In Italia non c’è ancora una legge, ma il matrimonio omosessuale non è contrario alla giurisprudenza: per questo motivo il consiglio comunale di Milano ha invitato il sindaco Giuliano Pisapia a trascrivere i matrimoni gay contratti all’estero. In questo senso è stato approvato dalla giunta un ordine del giorno, presentato da Marco Cappato (Radicali) e Luca Gibillini (Sel). Il testo riporta che sarà il sindaco a “valutare la migliore modalità per la trascrizione”, in origine Sel chiedeva “una apposita direttiva”. Sono stati 25 i voti favorevoli, 5 i contrari (Forza Italia, Ncd e Fdi) e 2 gli astenuti: i consiglieri Alessandro Giungi e Andrea Fanzago, entrambi del Pd. La lega Nord non ha partecipato al voto.”Ancora una volta Milano si conferma sensibile e avanzata sul terreno dei diritti civili”, ha commentato l’assessore Pierfrancesco Majiorino. L’ordine del giorno chiede, inoltre, al sindaco di coordinarsi con l’Anci, l’Associazione nazionale comuni italiani, per sollecitare una norma nazionale in questa direzione. Intanto la prima richiesta era stata avanzata da dodici coppie omosessuali, sposate all’estero e che chiedevano all’Anagrafe di Milano di trascrivere il loro matrimonio. Nel frattempo arriva al Comune il parere tecnico di Gicomo Cardaci della Rete Lenford, avvocatura per i diritti Lgbt: “Abbiamo offerto al Comune il nostro parere tecnico, la trascrizione delle nozze celebrate all’estero è un atto che compete solo al sindaco, ci aspettiamo che avvenga al più presto”. Ora toccherà al sindaco pronunciarsi. (Serena Marotta)



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