Con 27mila preferenze si è classificato secondo nella circoscrizione Nord-Ovest per il Nuovo Centro Destra. Massimiliano Salini, imprenditore e presidente uscente della Provincia di Cremona, potrebbe essere uno dei nuovi parlamentari europei. La sua elezione dipenderà però dalla decisione di Maurizio Lupi, piazzatosi al primo posto, di continuare a fare il ministro delle Infrastrutture rinunciando al seggio nel Parlamento Europeo. Una decisione che per ora non è stata ancora formalizzata. Nel frattempo abbiamo chiesto a Massimiliano Salini di fare un primo bilancio di queste elezioni.
Come valuta il risultato di Ncd alle Europee?
E’ un ottimo inizio, e bisogna trattarlo proprio in quanto un inizio. Il dato statistico di per sé non è sufficiente per dare un giudizio compiuto di quanto è accaduto in questa campagna elettorale, e che potrebbe accadere nei prossimi mesi. Battendo con insistenza tutto il collegio posso dire con certezza che i voti che ha ottenuto la federazione di Ncd, Udc e Popolari per l’Italia, sono molto pesanti e consapevoli, tanto è vero che la stragrande maggioranza di questi voti sono stati accompagnati da una preferenza. Chi vota per la nostra federazione si esprime quindi per la possibilità di costituire una squadra capace di condurre il Paese in maniera consapevole.
Questo 4,3% quale futuro può garantire a chi ambisce a riformare il centrodestra?
Considerato come tale è un numero rischioso. Considerato nel suo contenuto specifico, e tenendo conto che senza questa formazione politica lo stesso Renzi non potrebbe fare pressoché nulla di quanto sta compiendo in Parlamento, il futuro che si può prospettare per la nostra forza politica è molto interessante. Certamente è un futuro che ha molte delle caratteristiche del presente, in cui con senso di responsabilità si è deciso di dare a questo governo la possibilità di fare le riforme.
Che cosa farà qualora fosse confermata la sua elezione a parlamentare europeo?
Intendo costruire un grande progetto politico a difesa delle grandi libertà della persona, che sono la libertà di educazione, di impresa e di formazione della famiglia. Sulla libertà di educazione l’Italia ha un passo molto più lento di altri Paesi europei e ciò che non abbiamo ottenuto per via italiana dobbiamo ottenerlo per via europea. Oggi l’Italia non finanza la scuola paritaria e, fatto altrettanto grave, spende male i soldi che comunque dedica quasi interamente allo Stato. I soldi destinati all’educazione sono spesi male, perché non sono utilizzati per valorizzare l’autonomia scolastica, e soprattutto quasi nulla di quel denaro è dedicato alla scuola paritaria.
Che cosa intende fare invece in favore della libertà d’impresa?
La cultura d’impresa in Italia è stata in gran parte messa in discussione, decapitando di fatto le energie buone di una generazione come la mia che oggi non si concepisce quasi mai come possibile risorsa nell’ambito della cultura dell’intrapresa che in passato ha fatto grande il nostro Paese. L’Europa è fonte enorme di risorse da destinare alla piccola e media impresa, risorse che spessissimo il nostro Paese trascura. Non dimentichiamoci che non si tratta di una realtà soltanto italiana, in quanto il 99% delle imprese europee sono piccole e medie e 87 milioni di lavoratori in Europa sono impiegati nelle Pmi.
Qual è il suo impegno a favore della famiglia?
Andrà realizzato un lavoro in sede di Costituzione Ue, che oggi è bloccato, con la preoccupazione principale che a livello della carta fondamentale sia riconosciuto con chiarezza il ruolo della famiglia. Il mio impegno è a fare sì che il concetto di famiglia che sarà riconosciuto nella futura Costituzione Ue sia collocato nella tradizione cristiana secondo cui la famiglia è costituita da un uomo, da una donna e dai loro figli.
(Pietro Vernizzi)