Fumavano lungo i corridoi e negli spazi comuni, un’agente di polizia locale sarà risarcita di 10mila euro. Si tratta di un vigile del comando di Zona 7, in via Seprio 9. La donna non ce la faceva più a respirare il fumo passivo e dopo essersi rivolta ai suoi superiori, senza tuttavia risolvere il problema, si è rivolta al giudice, che le ha dato ragione: adesso il Comune dovrà pagare. La notizia è stata diffusa da “La Repubblica”. Per anni ha presentato esposi ai superiori e persino alla Asl, ma i colleghi hanno continuato a fumare. Da qui la decisione di rivolgersi al Tribunale. Così Riccardo Attanasio, giudice della sezione Lavoro, il 4 agosto ha riconosciuto il diritto della donna e ha condannato il Comune al risarcimento. «Sono soddisfatta per il fatto che venga riconosciuto il danno da fumo passivo, ma attendo di conoscere le motivazioni della sentenza per esprimere ogni commento», ha commentato l’avvocato Carmen di Salvo, il legale che rappresenta il vigile, che ha detto: «Il giudice mi ha risarcito per anni di risposte demenziali. Mi è stato detto da un mio superiore che se mi dava fastidio il fumo, visto che sono un vigile, dovevo provvedere io a multare i colleghi che non rispettano le regole». Sono proprio i vigili infatti ad avere il compito di multare i trasgressori della legge, il divieto è sancito dal comma 20 dell’articolo 52 della legge Finanziaria 2002, e le multe variano da 25 a 250 euro. In più è previsto il doppio della sanzione se si fuma in presenza di una donna incinta o di bambini fino a dodici anni. «Ancora una volta siamo costretti a denunciare il Comune per responsabilità dei funzionari. Paradossale che un funzionario interpellato, anziché assumersi la sua responsabilità, abbia invitato la vigilessa a multare i colleghi”, ha detto Giovanni Aurea, sindacalista della sigla Usb, che ha seguito il vigile nella sua battaglia (Serena Marotta)



Leggi anche

Allarme povertà a Milano, 6 su 10 bisognosi sono donne-madri/ Come mai i dati sono in aumento?Baby Gang condannato a tre anni e 4 mesi in primo grado/ Accusato di resistenza a pubblico ufficiale