Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia dovrà pagare le multe della campagna elettorale, per un totale che però è passato da 424mila a 27.975 euro. La riduzione è del 93 per cento per l’archiviazione parziale delle sanzioni: 124 sono state cancellate e potrebbero essere addebitate ai partiti proprio perché non è stata riscontrata una responsabilità oggettiva. «Come ho sempre detto pagherò per le multe che riguardano il mio comitato elettorale – dice Pisapia, come riportato dal Corriere della Sera – malgrado le sentenze affermino che se c’è un contratto non ne risponde dal punto di vista personale il soggetto che l’ha sottoscritto».Le ingiunzioni di pagamento sono arrivate ieri a tutti i colpevoli che hanno violato in regolamento, soprattutto per l’utilizzo dei tabelloni prima dell’inizio della campagna, quando ancora gli spazi non  erano stati assegnati. I verbali archiviati sono 466 e il ricalcalo ha portato a una riduzione delle multe da 6 milioni a 2. Adesso i trasgressori in base alle cifre avranno trenta giorni per ricorrere al giudice di pace o al tribunale. Il sindaco Pisapia da candidato ha presentato una memoria difensiva il 4 maggio 2011, che è stata integrata a luglio del 2011 da sindaco, ma ha dichiarato che non ricorrerà al giudice. «Nell’ingiunzione non c’è neanche una parola che possa far ipotizzare che la memoria sia stata esaminata», dichiara. Anche assessori e consiglieri colpiti dalle sanzioni si regoleranno come il sindaco, in quanto la legge stabilisce che chi ha un ruolo nel Comune lo perderebbe in caso di ricorso. «Lo ritengo ingiusto e con profili di incostituzionalità», commenta Pisapia, che aggiunge: «Sono fiero come sindaco che Milano sia stato il primo Comune che non ha fatto prescrivere le sanzioni». «Per quanto riguarda il ricalcolo nel merito non mi esprimo, non ho motivi di dubitare che sia stato un lavoro corretto ma il fatto che le ingiunzioni siano arrivate a 3 anni di distanza ha creato un danno di immagine e temo anche erariale, poiché le multe sbagliate sono a questo punto irrecuperabili», dice il radicale Marco Cappato, che ha posto la questione invitando il Comune ad agire in fretta. (Serena Marotta)



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