La posizione assunta dalla Regione Lombardia sulla fecondazione eterologa “è la più onesta. Non impediamo a nessuno di fare nulla, ma chiediamo al Parlamento di esprimersi. Fino a quando non lo farà, noi non la consideriamo nei Livelli essenziali di assistenza”. Lo ha detto il governatore lombardo Roberto Maroni, rispondendo al sindaco di Milano Giuliano Pisapia che questa mattina aveva definito “oscurantista e ideologica” la decisione di di far pagare la fecondazione eterologa alle coppie lombarde. “Siamo ancora in attesa di una legge nazionale che chiarisca se la fecondazione eterologa rientri o meno nei Lea”, ha aggiunto Maroni, dicendo di essere “rimasto allibito” dalle dichiarazioni del primo cittadino milanese. La Regione preferisce “spendere i soldi dei Lombardi per aiutare gli anziani, i giovani, le famiglie – ha concluso Maroni – e questo non ha niente di oscurantista”.



Quella di far pagare la fecondazione eterologa alle coppie lombarde è una decisione “oscurantista e ideologica che certo non posso condividere: da parte nostra faremo quanto è possibile, nei limiti delle nostre competenze, per aiutare chi sarà costretto a scegliere questa strada”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, in netto contrasto con quanto stabilito nei giorni scorsi dal Pirellone. L’eterologa in Lombardia, infatti, sarà interamente a carico delle coppie al contrario di quanto avverrà nelle altre regioni. Proprio ieri il governatore lombardo Roberto Maroni ha rivendicato la paternità della decisione, escludendo la responsabilità di Comunione e Liberazione: “Dietrologie che non esistono – ha detto -. È una decisione che ho preso io e che ho poi comunicato ai capigruppo. È partita da me la proposta, quindi semmai è il contrario, è Cl che si è adeguata al presidente della Regione e non viceversa…”. Intanto l’assessore al Welfare, Pierfrancesco Majorino, ha spiegato di voler usare lo sportello informativo della Casa dei diritti per indirizzare le coppie verso le altre regioni, mentre Pisapia ha ricordato che “migliaia di coppie, anche a Milano e in Lombardia, sono costrette a ricorrere, loro malgrado, alla fecondazione eterologa. É un percorso difficile, che va sostenuto senza aggravarlo con l’obbligo di pagare una cifra consistente senza il ticket: la decisione della Regione non solo penalizza le coppie con meno disponibilità economiche, ma costringerà molte persone a rivolgersi a strutture private o ad altre regioni, creando così ulteriori discriminazioni”. Immediata la replica di Maroni: “Fino a quando il parlamento non dirà se la fecondazione eterologa rientra tra le prestazioni dei livelli essenziali di assistenza, io non spendo i soldi dei lombardi per una prestazione che non viene considerata essenziale. Preferisco utilizzare queste risorse per gli anziani, per abbassare i ticket, per dare un aiuto ai disabili”. (Serena Marotta)

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