Avevano stipulato un patto d’omertà per proteggere un loro coetaneo che ha picchiato un uomo sino ad ucciderlo. Un patto che è durato tre mesi, sino a quando una 20enne del gruppo è crollata e ha raccontato agli investigatori la verità: un omicidio nato da una lite per il cane di Rocco Rendina, un 22enne, milanese che è stato arrestato e portato al carcere di Monza. Siamo nella notte tra il 14 e il 15 ottobre scorso, quando davanti al pub “Blue Ship” di Cusumano Milanino, il gestore chiude il locale, sono le due di notte e il gruppo, formato da sette ragazzi e ragazze di età compresa tra i 17 e i 22 anni, si ferma a chiacchierare e a fumare. A loro si avvicina l’uomo, un 52enne, Ioan Popa, romeno, residente da diversi anni in Italia, senza fissa dimora, che cerca di chiacchierare con i ragazzi, quindi si avvicina al cane, un dogo argentino, di proprietà di Rendina per accarezzarlo. A Rendina la cosa non va giù, ritrae il cane e inizia ad insultare l’uomo, poi passa alle mani, lo colpisce con violenza, sino a sfinirlo, lasciandolo sanguinante a terra. I ragazzi spariscono e si danno appuntamento a Cormano per mettersi d’accordo sulla versione da raccontare, decidendo di dire che Rendina quella sera non era presente. Il pestaggio però nell’arco di 15 ore si trasforma in omicidio, l’uomo muore per le gravissime lesioni riportate alla testa.  “I ragazzi coinvolti, tutti provenienti da famiglie normalissime, hanno costruito un patto di omerta’ che è durato tre mesi” ha detto il capitano Salvatore Pignatelli, a capo della compagnia di Sesto. Verità che è saltata fuori grazie alla giovane 20enne che ha raccontato cosa è accaduto quella sera a Cusano Milanino. (Serena Marotta) 



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