Caro direttore, ndare in Expo in questi mesi é stata un’esperienza, un viaggio straordinario nel mondo di oggi e del futuro, insieme ad un popolo curioso di vedere e incontrare. Milano é stata al centro del mondo, pur nelle contraddizioni e polemiche tutte italiane. Per chi ha partecipato e per tutta Milano è stata un’occasione unica di fiducia ritrovata. Ogni giorno, e sopratutto ogni sera, il Decumano, il Lake Arena sono stati innanzitutto il palcoscenico di una grande festa dei popoli democratica. In sei mesi abbiamo visto e imparato tantissimo. Abbiamo imparato che il diritto al cibo è diritto alla dignità della persona, che il diritto degli altri è anche una nostra responsabilità. Abbiamo usato i mezzi pubblici come non mai. Siamo stati in coda, in modo ordinato, come in Italia non si é mai visto. Abbiamo vissuto pacificamente e democraticamente, fra diversi e a volte opposti, abbiamo vissuto la diversità come ricchezza. Si é stati capaci di fare ammenda ed è stata espulsa la corruzione e la negatività. Abbiamo imparato la geografia e conosciuto Paesi nuovi. Sono stati riutilizzati gli avanzi delle giornate di Expo per sfamare tantissima gente. Abbiamo imparato a fare rete fra servizi, sociale, profit, amministrazioni locali e quella nazionale, partiti diversi.
Il mondo, con le sue complessità e diversità é diventato più piccolo e, mentre il mondo diventava piccolo, Milano diventava grande. Forse per la prima volta, una città, Milano, e l’Italia hanno sostenuto e vinto una sfida globale, a testa alta, dimostrando che ce la si può fare. Abbiamo fatto esperienza di essere orgogliosamente italiani. Ora la grande sfida, non è solo il destino dell’area Expo, ma che questo spirito di collaborazione, integrazione, sacrificio, efficienza, continui fra tutti i soggetti, pubblico, privato, cittadini, aggregazioni, istituzioni.
Il futuro è solo nostro, di chi sa essere insieme responsabile.