Ora che l’Expo ha chiuso i battenti e si sono fatti i doverosi bilanci, positivi soprattutto sul fronte della partecipazione e dell’interesse internazionale, è anche il momento per guardare sia alle opportunità strettamente connesse alla grande area, sia per non disperdere quei valori di fondo che hanno fatto da base dell’evento. È allora necessario “voltarsi indietro per guardare avanti”, come affermano Maurizio Guandalini e Victor Uckmar nella presentazione del libro “Made in Italygreen” (Ed. Mondadori Università, pag. 476, €24), un libro che raccoglie una serie di interventi di alto livello su tutte le realtà economiche e sociali che sono state in qualche modo coinvolte nel tema dell’Expo “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. 



Dall’energia all’ambiente, dai modi di costruire ai trasporti, dalle nuove tecnologie alla riscoperta delle vecchie tradizioni, questo viaggio nelle nuove opportunità vuol far sì che le esperienze sviluppate negli ultimi sei mesi continuino a dare frutto. L’attenzione è allora alla sostenibilità, alla capacità di limitare al massimo sia i consumi di energia, sia le emissioni derivanti dagli scarichi, dai rifiuti, dagli scarti che ogni convivenza umana necessariamente comporta. 



Ne deriva direttamente un nuovo modo di concepire l’economia con quella che viene definita la “sharing economy” o la “circular economy”, l’economia della condivisione, circolare, un’economia basata sulla possibilità di potersi rigenerare da sola, di sfruttare elementi a basso impatto ambientale, di porre in atto interventi che se non annullano almeno compensano le emissioni potenzialmente nocive.

Si pone in questa prospettiva uno dei temi sottolineati più volte, in particolare nell’enciclica Laudato sì, da Papa Francesco: combattere la logica dello scarto. Sia sul fronte delle scelte individuali, con metodi ormai largamente condivisi e praticati come la raccolta differenziata, ma aggiungendo a questa una gestione ordinata delle rimanenze alimentari quotidiane (e l’esperienza dell’Expo è stata particolarmente importanti per un evento dove vengono serviti almeno 200mila pasti al giorno). L’esempio concreto è stato quello realizzato alla chiusura dei padiglioni dai volontari del Banco alimentare, ritirando il cibo non utilizzato per consegnarlo agli enti di beneficienza, alle mense dei poveri, alle organizzazioni di assistenza in modo che nulla, per quanto possibile, vada disperso.



Stiamo andando verso una società dove deve essere possibile “utilizzare” sempre di più e “consumare” sempre di meno, una società non solo virtuale, ma anche virtuosa, una società dove sia possibile adottare il modello di “Smart city”, la città intelligente, ipertecnologica, ma anche semplice e, se possibile, simpatica. 

In fondo, nell’era frenetica che stiamo vivendo, le lunghe code dell’Expo ci hanno fatto anche riscoprire la pazienza, la lentezza e la cordialità. E questo libro dedicato all’Italygreen, con brevi saggi di un gran numero di esperti, può dimostrare come sia possibile in moltissimi campi cambiare e rendere più proficuo il modo di agire. La tecnologia ha fatto grandi progressi anche in settori, pensiamo a quello del cemento, che potevano apparire ormai consolidati. Ma è importante che si possano esplorare nuovi stili di vita, più ampie opportunità, migliori prospettive economiche e sociali.