Annullate le trascrizioni delle nozze gay di 13 matrimoni celebrati all’estero, fatte dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Alle coppie è arrivata una comunicazione tramite lettera. È stato infatti nominato dal prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, un commissario ad acta, che ha provveduto a cancellarle. Il sindaco non si arrende e dalla sua pagina Facebook fa sapere: «Ci opporremo in tutte le sedi contro una decisione strumentale e discriminatoria», rinnovando anche il suo appello al Parlamento: «affinché intervenga al più presto con un provvedimento legislativo complessivo che finalmente allinei l’Italia a quell’Europa dei diritti cui aspiriamo». Poi una riga anche per il ministro dell’Interno, Angelino Alfano per il quale chiede «formale mozione di censura». Gli fa eco l’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino: «Invece di occuparsi di come accogliere dignitosamente gli immigrati, perseguita le coppie di fatto». Mentre le coppie fanno sapere di essere “sgomente”. Ma facciamo un passo indietro. Più volte il sindaco si era rifiutato di annullare le trascrizioni. Il 4 novembre scorso il prefetto aveva adottato “il provvedimento di annullamento”, con cui ordinava al sindaco Pisapia di provvedere alla cancellazione. Intanto arriva da parte dei Giovani democratici milanesi la proposta di presentare la mozione di sfiducia contro Angelino Alfano: «Alfano si dimetta. Dimostra ogni giorno un’inettitudine disarmante che mette a rischio la fiducia e la tenuta del governo — dice Giacomo Marossi, coordinatore cittadino dei Giovani democratici — come se già non bastasse l’imbarazzo di starci in maggioranza». Applaude il prefetto, Riccardo Corato (FdI), vice presidente del consiglio comunale: «Meglio tardi che mai. Finalmente anche a Milano il prefetto ha nominato un commissario ad acta per annullare le trascrizioni delle nozze gay. Siamo in ritardo di quattro mesi, a Udine questo passo era stato fatto a fine ottobre, mentre da noi è stato perso un sacco di tempo». E aggiunge: «in questi mesi avevamo più volte chiesto la soluzione della questione e il ripristino della legalità, scrivendo, il giorno dopo le trascrizioni di Pisapia, al prefetto Tronca. Ma il tempo è passato tra missive, dichiarazioni, prove di forza e pure un falso avviso di garanzia e la seguente sceneggiata del sindaco che si dichiarava indagato quando invece non lo era». (Serena Marotta)