“Nella centralità della persona sta il valore del lavoro”.

“Nessun uomo va lasciato solo davanti al dramma del lavoro”.

“Milano non ha smarrito il senso di solidarietà che la contraddistingue”.

Queste sono alcune delle riflessioni emerse sabato 21 marzo a Milano a Palazzo Cusani al convegno “Il valore del lavoro tra crisi, riforme e innovazione” organizzato dal Comitato Mimpegno. Vari esponenti della politica, sindacato e della società civile hanno dialogato sul tema “lavoro” intorno a tre parole chiave: regole, significato ed opportunità.



Un incontro ove i vari relatori – come ricordava Carmelo Ferraro del Comitato Mimpegno – hanno accolto la sfida ad un impegno ed a una responsabilità: al centro del lavoro c’è sempre la persona e il suo bisogno di lavorare e il desiderio di sentirsi utile a sé ed alla collettività.

Non arrendersi al pessimismo dilagante e racconti di esperienze positive in atto sono state le noti comuni ai relatori.



Il dott. Pietro Martello Presidente del Tribunale del Lavoro di Milano ha ricordato che alla politica spetta compiere le scelte di valore di fondo, mentre ai giudici di rendere efficaci le leggi ed applicarle nell’interesse di tutti: lavoratori, datori di lavoro, parti collettive e parti individuali. Occorre poi un’attenzione alla celerità della tutela e del processo alla luce del principio di ragionevole durata del processo stesso. L’auspicio è che le recenti riforme legislative siano un’occasione di crescita e di sviluppo di dialogo tra le parti sociali ed ha ricordato come il lavoro non sia una merce di scambio ma come debba sempre essere collegato alla dignità della persona. Il lavoro è tutelato dalla Costituzione così come il diritto all’impresa che è un bene collettivo.



Mario Melazzini – assessore alle attività produttive di Regione Lombardia – ha ricordato che le istituzioni anche politiche servono per creare le migliori condizioni per lo sviluppo delle imprese. Una pubblica amministrazione sussidiaria é una amministrazione che interviene sulle soluzioni che nascono dalla società civile e questo è il punto principale su cui investire. I cardini della legge regionale 2014/11 su “Imprese Lombardia per la libertà di impresa, il lavoro e la competitività”: fiducia, responsabilità, sussidiarietà ed innovazione. 

La Sen. Anna Maria Parente ha ricordato il valore della parola responsabilità: le regole senza un pieno senso di responsabilità diventano aride e fredde. La responsabilità sociale delle imprese che creano lavoro e valorizzano il capitale umano, la responsabilità dei lavoratori che devono avere fiducia e mettersi in gioco e la responsabilità dell’individuo che non deve scoraggiarsi. Sono necessarie nuove riforme che coniughino le politiche attive, la semplificazione delle procedure, la conciliazione tra lavoro e famiglia.

Per Onorato Rosati – consigliere regionale – occorre intervenire per migliorare le performance per i giovani, dentro un reale contatto con il mercato del lavoro e garantire la reintroduzione nel modo del lavoro degli over 50 che hanno perso il lavoro. Infine ha rilevato che, nonostante la crisi, non è cambiato il senso di solidarietà tra i lavoratori come ridistribuzione.

Gigi Petteni – segretario confederale della Cisl – ha ricordato che in Italia si è persa una battaglia che è culturale prima ancora che politica: non ci siamo chiesti cosa sia il lavoro. Il lavoro non è solo reddito ma è elemento di relazione e di continuazione di una grande opera. Serve dunque riprendere questa dimensione per fare emergere il valore del lavoro e il legame tra persona e impresa, dentro un principio di partecipazione.

Don Sergio Massironi – ufficio pastorale dell’arcidiocesi di Milano – ha fatto presente che lavorare non è una maledizione ma che è necessario lavorare proprio perché la creazione è incompiuta. Dio ha creato un’alleanza con l’uomo, una partnership con l’uomo con fiducia ed affidabilità. E’ dunque importante tenere insieme tutte le parti e potersi fidare l’uno dell’altra per garantire questa affidabilità.

Fulvio Matone – direttore ARIFIL – ha ricordato che l’uomo viene prima del lavoro e questa dimensione va recuperata: in ogni lavoro occorre dare il meglio di sé. Ognuno ha un lavoro: il lavoro di chi ha perso lavoro è cercare un lavoro, il lavoro del malato è curarsi e il lavoro della mamma è prezioso tanto quanto qualsiasi altro lavoro. 

Il Gen. Antonio Pennino ha fatto presenti le opportunità di lavoro nelle forze armate moderne che cercano nel mondo della società civile professionalità. 

Almir Ambveskovic ha raccontato come nascono le start-up e cosa c’è alla base della propria esperienza di imprenditore: la ricerca di “grandi emozioni” e il desiderio di diventare grandi. I lavoratori devono sentirsi coinvolti in un progetto comune e far parte di un progetto comune. 

Maria Grazia Bizzarri – direzione risorse umane Vodafone – ha fatto presente che in un mercato fortemente competitivo ciò che fa la differenza è l’attenzione spasmodica alla qualità del prodotto e del servizio. La chiave di volta diventa la persona e la sua educazione. Per questo è importante ripartire dalla scuola che deve creare orientamento, mentre la responsabilità delle imprese significa formare ed orientare le persone. E’ necessaria una nuova visione del lavoro che sappia valorizzare le persone considerando, differenziando i bisogni individuali e costruendo percorsi lavorativi e patti lavorativi che valorizzino le persone: le esigenze di una giovane donna che inizia a lavorare a 24 anni sono diverse da quelle di una madre di famiglia di 40 anni.