Scontri con la polizia, incidenti durante lo sgombero di due centri sociali a Milano circa tre mesi fa. Quello che accade un po’ sempre in queste occasioni. Ma questa volta c’è qualcosa di inedito: una anarchica, componente dei centri sociali appena sgomberati, di origine romena denuncia i poliziotti con l’accusa di averle procurato un aborto per via delle manganellate ricevute. La donna, 37 anni di età, era davvero incinta e davvero avrà un aborto, ma le verifiche del caso mostrano un’altra verità. L’autopsia sul feto infatti dimostra che c’è stato un aborto spontaneo per cause interne, per via di problematiche già avute in passato che avevano causato altri aborti spontanei. Un esame medico da parte di un anatomopatologo e di un ginecologo dimostrano poi che la donna non ha mai ricevuto alcuna manganellata durante gli scontri. Infine gli esami degli scontri stessi: oltre 40 ore di immagini dove la donna non appare mai durante gli incidenti, gli stessi antagonisti dei centri sociali smentiscono di aver visto una donna incinta presa a manganellate dalla polizia. Il colpo finale: intercettazioni telefoniche, in cui la donna chiede ad alcuni conoscenti di testimoniare il falso, dire cioè che era stata picchiata. Conclusione: la donna, la sorella e una amica sono adesso tutte state denunciate per calunnia ai danni della polizia.



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