Giacomo Poretti, uno noti comici che compongono il trio Aldo, Giovanni e Giacomo, ha scritto per il quotidiano La Stampa un articolo a proposito dell’ormai prossima inaugurazione di Expo. Spesso infatti Poretti, che ha scritto anche libri, si diletta con questo tipo di comunicazione dove il suo spirito caustico, ma sempre illuminato da una profonda positività, affronta temi del giorno. E senz’altro l’apertura di Expo dopo tante polemiche è il tema del giorno per un milanese come lui. Lo dice subito, strappando il primo sorriso: “In questi giorni i milanesi sono più disposti a credere che l’Inter possa raggiungere l’Europa league e che il Milan riesca a vincere lo scudetto, piuttosto che l’Expo possa aprire puntuale il 1° maggio”. Poi ironizza sui luoghi comuni a modo suo: “Fosse stato fatto in Germania l’Expo sarebbe stato pronto due anni prima dell’inizio, Il padiglione della Svizzera era già pronto quando hanno siglato il contratto di adesione, Gli svedesi sono arrivati con un camion dell’Ikea e in 2 minuti e con 7 viti a brugola lo hanno montato”. Ma eccoci, scrive, a poche ore dall’inaugurazione: “noi italiani siamo geniali, non si sa come riusciamo sempre a salvarci il c…”. L’altra possibilità che abbiamo, dice, è credere nei miracoli. E lui, dice, in quanto milanese e interista, ai miracoli ci crede. “Cosa volete che vi dica: forse noi milanesi ci stiamo italianizzando. O forse sono gli italiani che si sono milanesizzati: noi il Duomo abbiamo cominciato a costruirlo nel 1395 e la facciata venne ultimata nel 1814”. Cconclude con un profondo pensiero dettato dalla sua genuina fede cristiana: “Con una sola differenza: che il Pane che sta nel tabernacolo del Duomo non scade mai, mentre le pizzette al kamut e i pizzoccheri della Valtellina sarebbe preferibile consumarli entro il 31 ottobre 2015”.