Proseguono le indagini sulla morte di Domenico Maurantonio, il ragazzo di 19 anni morto il 10 maggio scorso a Milano dopo essere precipitato dal quinto piano dell’albergo dove si trovava in gita scolastica insieme alla classe. Su ordine della procura, sono stati sequestrati i telefoni cellulari di alcuni compagni di classe dello studente padovano: gli investigatori tentano così di ricostruire quanto avvenuto controllando le chat e gli sms che i ragazzi si potrebbero essere scambiati proprio quella notte. Alcuni di questi sono stati già ascoltati dagli inquirenti e qualcuno avrebbe fornito testimonianze “utili” alle indagini.



“Ci deve essere stato un accordo esterno. Io ho assunto dichiarazioni di persone informate sui fatti e posso dire che ci sono stati incontri tra i compagni di Domenico presenti in gita, anche fuori dalla scuola”. A parlare è Eraldo Stefani, legale della famiglia di Domenico Maurantonio, lo studente padovano precipitato dalla finestra di un hotel di Milano durante una gita scolastica. “Sul fatto che si siano messi d’accordo non so, ma che ci siano stati degli incontri fuori tra questi ragazzi, questo è pacifico”, ha spiegato l’avvocato oggi durante la diretta della trasmissione “Mattino Cinque”. “E poi – ha aggiunto il legale – chi ci dice che non ci siano nel quadro testimoniale anche tante contraddizioni?”.



“Sono passate due settimane da quella notte terribile. Pensavo che i ragazzi a questo punto parlassero, che raccontassero quello che è davvero successo”. Così Bruno Maurantonio in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. E’ ancora alla ricerca della verità il padre di Domenico, lo studente di 19 anni precipitato da una finestra del quinto piano dell’hotel Da Vinci di Milano durante una gita scolastica il 10 maggio scorso. “Noi non sappiamo niente delle indagini, leggiamo quello che pubblicano i giornali. Ci sono state molte notizie, ma si deve arrivare alla verità”, afferma l’uomo. Secondo alcune indiscrezioni, nel sangue del ragazzo c’era dell’alcol, ma non era ubriaco al punto da commettere qualche sciocchezza. “Avevamo fiducia in Domenico. Sapevamo che era un ragazzo responsabile. Un figlio non si può tenere al guinzaglio, allora lo si mette alla prova, si fanno fare delle scelte responsabili e noi sapevamo come si comportava Domenico”, spiega il genitore che esclude possa essersi trattato di suicidio o di incidente: “Certamente non si è trattato di un suicidio né di un incidente. Cadere da quella finestra per errore è praticamente impossibile. Ci sono stato, ho visto l’hotel”. E aggiunge: “Ho la certezza come genitore che mio figlio non si sarebbe messo in una situazione di pericolo da solo”. (Serena Marotta)

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