E’ rimasto 43 minuti sott’acqua senza respirare, ma è vivo e sta bene. E’ l’incredibile storia di Michi, quindicenne milanese che il 24 aprile scorso, mentre giocava con gli amici, si è tuffato nelle acque del Naviglio a Castelletto, frazione del comune di Cuggiono in provincia di Milano. Il giovane è però rimasto impigliato sul fondo, senza riuscire a risalire. La temperatura dell’acqua era di 15 gradi. I medici del 118 lo hanno recuperato dopo poco meno di tre quarti d’ora: il cuore era fermo e tutti temevano il peggio. Tanto, troppo il tempo trascorso senza ossigeno. Michi è stato trasportato d’urgenza all’ospedale San Raffaele, dove l’equipe guidata da Alberto Zangrillo ha pensato a una procedura estrema “di assistenza meccanica con circolazione extracorporea”. E’ stato utilizzato l’Ecmo (ExtraCorporeal Membrane Oxygenation), una macchina che lavora al posto dei polmoni e del cuore tenendoli a riposo durante il loro recupero. Alla fine Michi “ha sorprendentemente recuperato con gradualità l’autonomia delle sue funzioni vitali”, fanno sapere i medici, e adesso “è vigile, orientato nel tempo e nello spazio, parla con i genitori e ricorda la sua vita prima dell’incidente”. Il ragazzo ha però perso una gamba: “Una locale alterazione della perfusione periferica manifestata nelle prime fasi di cura ha imposto l’amputazione sotto al ginocchio”. Michi però è vivo e potrà godersi la partita tra la Juventus e il Barcellona in programma il prossimo 6 giugno: “Hanno già giocato la finale di Champions?”, ha chiesto subito dopo essersi svegliato.



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