La Chiesa non si schiera, ma i laici cattolici devono farlo. E’ questo quanto ha detto l’arcivescovo di Milano monsignor Angelo Scola con un discorso al Consiglio episcopale in vista delle prossime elezioni amministrative di Milano. Il messaggio di Scola è esplicito: nessuna indicazione di voto ma un invito ai cattolici a farsi protagonisti scendendo in campo facendo riferimento alla dottrina sociale della Chiesa e non aderendo a”riproposizioni di principi astratti e di ideologie”. Chiari anche i temi che un candidato cattolico deve avere in mente: “la famiglia e le problematiche antropologiche e demografiche, la povertà e le forme della solidarietà, il lavoro e le prospettive per i giovani, la libertà di educare, l’attenzione alle periferie geografiche ed esistenziali”. E ancora: unioni civili, fecondazione assistita, fine vita. I cattolici dunque, dice ancora Scola, “devono farsi avanti con proposte concrete e locali, a prendere la parola, guadagnare ascolto, essere presenze stimolanti e costruttive per tutta la comunità cristiana, non solo in confronti ‘privati’ o in contesto accademico”. In un momento caratterizzato da “scetticismo, scoraggiamento, paura, astensionismo e individualismo quello dei cattolici è il dovere della partecipazione”. In sostanza Scola chiede a chi “ne ha capacità, preparazione e possibilità è doveroso anche presentarsi come candidati con la gratuità di chi si offre per un servizio e ci rimette del suo. Ci si aspetta da tutti la fierezza, l’intraprendenza, una specie di giovane ardore sia per chi si candida e formula programmi coerenti sia per chi vota nel valutare i programmi, nell’esprimere con il voto le proprie scelte: tutti insieme impegnati per non permettere che la città muoia di tristezza, banalità, rassegnazione”. Infine una raccomandazione ai parroci, di evitare strumentalizzazioni a fini elettorali evitando iniziative che coinvolgano persone candidate o già impegnate politicamente.



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