Come in tutte le primarie del Pd, la sfida a Milano per questo 2016 è un continuo, specie nelle ultime settimane di campagna elettorale, di promesse, annunci e commenti dei vari candidati in gioco. Di certo sotto la Madonnina, è Giuseppe Sala il candidato favorito alla vittoria in queste primarie del Centrosinistra e tra i vari annunci che ha prodotto ultimamente si è anche sbilanciato sulla possibile riapertura dei Navigili. «Se vinco le primarie per diventare sindaco di Milano, tra le altre cose ci impegniamo a studiare a fondo la possibilità di riaprire i Navigli». Rivoluzione o boutade? Secondo Sala la città va ripensata nel tempo e seguendo il solco degli ultimi anni di conduzione Pisapia, ma non va fatto da soli, «forse ci vorranno dieci anni, è inevitabile e so che ci sarò un nucleo di politici che si faranno avanti a dire che non si può. Del resto, ho appena finito una cosuccia che mi dicevano non si poteva fare», commenta ironica Sala, ottimo Commissario Generale di Expo 2015 che ora prova il grande salto di amministrare una delle città più importanti di Italia. Sembra di sentire parlare Renzi, il suo grande sponsor che forse dovrebbe dare alla fine la spinta decisiva nei sondaggi.



Le primarie Pd a Milano per le prossime elezioni 2016 stanno infiammando la scena politica non solo milanese, ma di fatto anche nazionale, o almeno all’interno del Partito Democratico. Una vittoria di Giuseppe Sala legittimerebbe la leadership di Matteo Renzi che sul commissario generale di Expo 2015 ci ha ha messo la “faccia” investendolo del ruolo di candidato ideale, viceversa se a spuntarla il weekend del prossimo 6-7 febbraio 2016 sarà la sfidante e attuale vice sindaco Francesca Balzani, o l’assessore alla politiche sociali Pierfrancesco Majorino (difficile credere che l’outsider Antonio Iannetta possa realmente battere i tre big) allora l’area della minoranza Dem potrebbe “battere cassa” a livello nazionale per maggiore potere d’azione. Insomma, mentre tutti si interrogano sui possibili risultati, con i consensi che vedono comunque Sala ancora in vantaggio, si infittisce un rebus di cui tutti sono ovviamente interessa: l’affluenza a queste primarie sembra al momento un vero problema, con i sondaggi che danno circa la metà dei possibili elettori di centrosinistra a casa. Sembra infatti difficile riportare alle urne i 67mila del “popolo” che celebrò Pisapia nel 2010. Majorino ha lanciato negli scorsi giorni l’allarme astensione: nei dati diffusi dal sondaggio Quorum, solo il 44% degli intervistati dei potenziali elettori alle primarie saprebbe chi sono tre principali sfidanti del 6 e 7 febbraio. Il segretario metropolitano del Pd, Pietro Bussolati, ha ammesso la problematica e sta cercando di mettere in moto la macchina organizzativa: «Stiamo lavorano ad una campagna per le primarie mai fatta prima, con manifesti e iniziative di coinvolgimento in tutte le zone della città».

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