E ora qualche regola ufficiale per queste primarie Pd a Milano per il prossimo 6-7 febbraio 2016: sono state confermate per la candidatura ufficiale dei 4 nomi che parteciperanno al voto delle urne per le primarie del centrosinistra, e come sempre è utile seguirle per poter fugare ogni tipo di dubbio. Per prima cosa potranno votare alle primarie solo i cittadini di Milano che avranno compiuto almeno 16 entro la data delle elezioni amministrative e in secondo luogo, punto più importante, non serve essere iscritti al Pd per poter partecipare al voto. La battaglia di Renzi combattuta qualche anno fa viene dunque vinta anche questa volta, con chiunque che può dare il suo parere sui candidati sindaco di Milano per il centrosinistra, basta sottoscrivere la carta dei valori delle Primarie 2016, disponibile sul sito ufficiale. Il vincitore sarà chi prenderà anche un solo voto in più del candidato sfidante; ciascun elettore poi potrà votare una sola volta presso il seggio – sono circa 150 in tutta la città – collegato alla via e al quartiere in cui abita. Il voto ha un costa di sostentamento dell’organizzazione, ovvero di 2 euro da pagare sul luogo. La novità di quest’anno è il progetto “salta la fila”, compilando un modulo apposito infatti si potrà arrivare al seggio saltando la fila delle primarie e votare senza alcun problema di tempo. Per tutte le novità e regolamento cliccare su questo modulo delle Primarie Pd Milano 2016.



In occasione di una intervista con alcune agenzie, ha parlato delle primarie del Pd a Milano 2016 dove è il forte candidato e favorito nella corsa alla successione del sindaco Pisapia. Stiamo parlando di Giuseppe Sala ovviamente che a ruota libera non ha risparmiato frecciatine agli avversari politici esterni – Movimento Cinque Stelle e centrodestra – ma anche qualche spiffero interno, con il Pd che a Milano gioca una partita strana per le primarie, con Majorino e Balzani che concorrono e potrebbero togliersi voti, favorendo lo stesso Sala. Come ha riportato Adnkronos, il candidato “lanciato” da Matteo Renzi ha risposto alle polemiche per aver, secondo gli avversari politici, sfruttato la sede di Expo per la sua campagna elettorale. «Cinque colonne sui giornali perché ho ricevuto gli esponenti della Comunità Ebraica in Expo. Ho già riconosciuto che si poteva evitare e si è fatto, in buona fede, solo per conciliare l’incontro con la mia agenda. Credo piuttosto che la polemica montata su questo disguido tradisca un notevole nervosismo del centrodestra e dei 5 stelle». Stoccata numero 1. Per quanto riguarda invece chi nel Pd lo accusa, magari non proprio direttamente, di prendersi il merito dell’Expo sulle sue spalle, risponde nel merito in questo modo: «Il successo di Expo non è personale di Beppe Sala, ma del Paese. E questo gioco al massacro è l’ultima cosa di cui l’Italia e Milano hanno bisogno». Stoccata numero 2? Crediamo proprio di sì.



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