Nonostante l’epoca sia quella contraddistinta dalla multimedialità, a decidere il confronto tra i candidati alle primarie del Pd per la città di Milano saranno ancora una volta le piazze. Come riportato dalla versione online de “Il Corriere della Sera” infatti, due fra i principali candidati alla vittoria, il manager Beppe Sala e il vicesindaco Francesca Balzani, nel weekend che precederà il voto del 6 e del 7 febbraio, concentreranno gran parte delle loro energie nelle piazze meneghine. L’ex commisario di Expo 2015 ha infatti lanciato l’iniziativa “100 piazze per Beppe Sala”, mentre la competitor vicina al sindaco Pisapia ha risposto con “110 strilloni per Balzani”. Da una parte dunque, assisteremo alla messa in campo di banchetti e gazebo allestiti dai 50 comitati nati a sostegno della candidatura del manger, dall’altra vedremo 200 militanti pronti a riempire 110 vie milanesi nell’intento di distribuire 40mila copie di una rivista free press che illustrerà il programma del vicesindaco. Quale delle due iniziative sortirà l’impatto maggiore sugli elettori?



Manca ancora qualche mese alle elezioni amministrative che ridisegneranno l’assetto politico di molte città italiane, ma in particolare per quanto riguarda Milano, la solita bagarre che contraddistingue le primarie del Pd è già cominciata. Il favorito d’obbligo, sebbene manchi di uno specifico retroterra politico, non può non essere Beppe Sala, ex commissario di Expo 2015 che nei giorni precedenti alla sua discesa in campo col Partito Democratico, era stato attribuito di un’appartenenza al centrodestra. Proprio del leader dello schieramento che contenderà al centrosinistra Palazzo Marino, Silvio Berlusconi, Beppe Sala ha parlato a “Mix 24″ su Radio 24:”L’ho visto veramente una volta, anzi, vis-à-vis una volta sola quando è venuto in Expo. Non l’ho mai incontrato prima, se non quando eravamo a Palazzo Chigi. E’ stato un buon imprenditore, da politico ha individuato i problemi, ma non è stato in grado di risolverli“. Sala ha poi tenuto a precisare che non è stato Renzi a chiedergli di offrire la porpria disponibilità a candidarsi come circolato nelle ultime settimane:”Ma no, io con Renzi, inutile che ve lo nascondo, ho un buon rapporto. Lui mi stima, io lo stimo, dopodiché lui non me l’ha mai chiesto, sia chiaro, lui non mi ha mai chiesto di fare il sindaco. Io ho parlato con i locali, diciamo così, con la gente che sta a Milano“. 



Le primarie del Pd a Milano, anche a livello nazionale stanno portando avanti l’annosa questione delle fratture e correnti interne, con la corsa alle amministrative che come prevedibile porta con sé polemiche, punzecchiature e attacchi mirati. A Milano, contro Beppe Sala che è il grande favorito anche nei sondaggi, gli altri candidati stanno cercando di minare il gran consenso in una normale campagna elettorale, e il diretto interessato sta cercando di rispondere colpo su colpo, puntano su un’anomalia politica data dal suo ruolo più da manager che non da politicante. In una intervista rilasciata ieri ai microfoni di Radio 24, con Mix24, l’ex commissario di Expo 2015 punta tutto nel suo programma sulla propria indipendenza, politica prima di tutto. «Il mio sistema di relazioni è sempre stato nella sinistra, chiedete. Che chiedano pure a Bersani cosa pensa di me, a Letta cosa pensa di me. Ma detto questo, io sono una persona indipendente, se no non sarei sopravvissuto a quattro presidenti del consiglio, due sindaci, due presidenti della Regione. Quando io spero che Milano voglia la mia indipendenza prima di tutto». Partito della nazione quindi? Non ditelo a Sala, per lui assolutamente no, lui “lavora per Milano”. Certo che se dal punto di vista nazionale bisogna pensare ad un candidato da PdN, Sala è certamente il primo a cui si potrebbe pensare.

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