Non dovrebbe esserci partita, sia alle primarie del Partito democratico, sia alle successive elezioni comunali. Giuseppe Sala, secondo i sondaggi e con tutta probabilità, dovrebbe diventare sindaco di Milano. Anche se la vigilia è nervosa, piena di spunti polemici e di interrogativi sulla compattezza della coalizione di centrosinistra, tanto da scatenare, dopo una trasmissione della Rai, una sorta di “guerra dei sondaggi”. Uno dei più bravi analisti e ricercatori, Nicola Piepoli, replica in modo persuasivo a questa battaglia dei sondaggi.
Majorino si è lamentato, Piepoli. Il motivo è che la Rai non ha messo in onda il risultato di un sondaggio che lo collocava al secondo posto, davanti a Francesca Balzani, la candidata di Giuliano Pisapia, che alcuni danno non molto lontana dalla quota di cui è accreditato Sala. Che ne pensa?
Ma il risultato non cambia secondo i criteri di probabilità. Sala, da quello che risulta a tutti quelli che stanno facendo sondaggi, sta davanti a tutti in queste primarie.
Perché allora tanta animosità, perché tante polemiche dopo la trasmissione Agorà?
Mi sembrano autentiche polemiche da “pollaio” di carattere politico. Non riesco proprio a interpretarne il vero significato. Che importanza può avere, realisticamente, il fatto che Majorino sia davanti alla Balzani, ma sempre dietro a Sala? Che cosa cambia nella sostanza? Probabilmente si tratta di questioni interne e quindi bisognerebbe chiedere dei chiarimenti direttamente agli interessati, ai leader del Pd milanese.
Lei avrà svolto ricerche e analisi con la consueta competenza. Quale è la ragione principale per cui lei indica Sala come probabile vincitore? Pare quasi che si sbilanci questa volta.
E’ il risultato che mi viene dal calcolo delle probabilità, dalla ricerche fatte, dalle tendenze analizzate. Dal solito è il lavoro che faccio insieme ai miei collaboratori. Parlo sempre del probabile, si intende. C’è tuttavia un ragionamento molto semplice che riguarda tutti i milanesi dietro a questa indicazione e mi offre una spiegazione che viene dalla ricerche e dai sondaggi.
Quale sarebbe, Piepoli?
Lo si voglia o no, lo si giudichi in un modo o nell’altro, Beppe Sala ha fatto guadagnare a Milano 4 punti di Pil con l’Expo. Si è dimostrato bravo e i milanesi, trasversalmente, non stanno a guardare se abbia una connotazione più di sinistra o di destra o di centro. Guardano al risultato ottenuto e si esprimono a suo favore.
In altri termini, con Sala non si prefigura tanto il partito della nazione, quanto soprattutto il pragmatismo di Milano, di una città che vuole lasciarsi la crisi alle spalle.
Mi sembra evidente. Non viviamo in periodi di grande benessere e di crescita. E’ piuttosto un periodo problematico. Tanto per intenderci, l’Italia, nel suo complesso, è cresciuta l’anno scorso meno dell’1 per cento. A Milano ci troviamo di fronte a un candidato sindaco che ha realizzato con il suo operato un incremento del Pil di quattro punti.
Ma perché il sindaco uscente, Giuliano Pisapia, indica come suo candidato Francesca Balzani?
La risposta a una domanda di questo tipo può venire solo da Pisapia. Occorre chiederlo a lui. Lavoro su altri criteri.
Lo stesso Majorino, che rappresenta la sinistra del Pd e che si mette in competizione anche con Francesca Balzani, sembra sponsorizzato dagli assessori uscenti.
“Tutto possibile, tutto verosimile, ma non cambia la sostanza di quello che emerge dalle ricerche su chi vogliono i milanesi. A Milano si è sempre guardato alla meritocrazia, alla competenza. E’ stato così per Letizia Moratti che era di centrodestra, lo è adesso per Beppe Sala che si presenta con il centrosinistra.
Tutto il resto quindi sembra un contorno di poco conto, con un peso ininfluente sul risultato finale?
A mio avviso è proprio così. Si parla di rissa politica? Io preferisco parlare di pollaio. Poi ci saranno equilibri interni da salvaguardare, posizioni che si vogliono raggiungere nella prossima amministrazione. Tutto possibile, ma il risultato complessivo non cambia.
Giocano molto anche la mancanza di un’alternativa credibile a questa candidatura che esce da questi anni di centrosinistra, le divisioni nel centrodestra e il risultato dell’Expo che, di fatto, ha rilanciato l’immagine di Milano.
Questo è il ragionamento che sta dietro ai risultati che emergono dall’analisi sulle tendenze attuali dei milanesi. Ripeto, la giustificazione per simili preferenze è palese, quasi lampante. Poi, ovviamente, siamo sempre nel campo delle probabilità.
(Gianluigi Da Rold)