E’ convinto di poter mettere più in difficoltà il Centrodestra rispetto agli altri candidati. Risponde così Giuseppe Sala, in un’intervista al Corriere della Sera prima dell’inizio del weekend delle Primarie Pd Milano 2016, alla domanda su un pronostico di voto: per scaramanzia non si sbilancia su nessun nome ma sostiene di essere lui il candidato sindaco che potrebbe “rubare” consensi all’altro schieramento. L’invito poi a votare per lui invece che per gli altri candidati Francesca Balzani, Pierfrancesco Majorino e Antonio Iannetta, è motivato dal “saper fare”: “Perché sono un uomo del fare per una città che ha voglia di correre. Perché nella mia carriera, ma soprattutto durante Expo 2015, ho imparato ad affrontare e gestire le complessità, e a fare sistema con tanti soggetti pubblici e privati. Perché posso mettere questa esperienza, queste capacità e queste relazioni a servizio della città di Milano. E perché con me il centrodestra è più in difficoltà”. 



Per la città di Milano in vista delle elezioni amministrative 2016, questa mattina non ha perso tempo e si è recato a votare al Cam di Corso Garibaldi intorno a mezzogiorno. Giuseppe Sala, come riportato da “La Repubblica”, vista la lunga fila al seggio ha dovuto aspettare circa 40 minuti prima di esprimere la propria preferenza, ma ha avuto tempo per sedare le polemiche che l’avevano visto coinvolto per la partecipazione di massa al voto della comunità cinese, che a detta di Francesco Wu, presidente dell’Unione imprenditori Italia Cina, sarebbe “molto vicina a Giuseppe Sala“. Chiamato in causa da questa dichiarazione, Sala ha risposto:”Anche loro sono milanesi. A Milano credo che ci sia più del 15 per cento di immigrati: spero di diventare sindaco e spero alla fine del mio mandato di non chiamarli più immigrati. Sono parte della nostra popolazione”



Partono questo pomeriggio le Primarie del Partito Democratico per decidere il candidato di partito alle prossime elezioni amministrative di Milano. Tra i personaggi in lizza c’è anche l’ex commissario dell’Expo, Giuseppe Sala del quale vi sintetizziamo il relativo programma elettorale. Lo slogan utilizzato è “Giusta, forte, bella. La Milano che vogliamo. Un progetto per i prossimi 20 anni”. Uno dei punti focali del programma di Sala è quello di ‘Alzare l’asticella’ migliorando quanto di buono ha già fatto la giunta la Pisapia, mettendo al primo posto la necessità di creare lavoro attraverso il turismo e la cultura, l’imprenditoria e l’innovazione sociale, l’economia della condivisione e la manifattura digitale. Inoltre Sala vuole una città giusta, con leggi uguali per tutte, andando verso la legalità, senza dimenticare l’importante aspetto della sicurezza dei cittadini, con un occhio di riguarda per le politiche ambientale con il progetto di allungare la metropolitana fino a Monza per ridurre il traffico. Infine tra le promesse più suggestive c’è quella della riapertura dei Navigli.



L’ex manager Tim  Giuseppe Sala, sarà tra i partecipanti al ballottaggio come candidato sindaco delle primarie PD Milano 2016. Le prossime primarie all’interno del centro sinistra, che si svolgeranno a Milano il 6-7 Febbraio, hanno riportato l’attenzione su uno dei candidati che negli anni scorsi ha avuto una forte visibilità mediatica: Giuseppe Sala. Giuseppe Sala è nato a Milano nel 1958, da una famiglia della media borghesia lombarda. Figlio unico nella Milano rampante del boom economico, ha un’infanzia abbastanza felice, il padre un mobiliere affermato insieme alla madre, decide di agevolare il percorso scolastico del piccolo Giuseppe Sala. Il giovane si diploma con il massimo dei voti all’istituto Commerciale, e continua gli studi nell’università cittadina. All’età di 25 anni si laurea, rispettando la tempistica di studio, con il massimo dei voti, nella facoltà di economia e commercio della città meneghina. Sono gli anni della “Milano da bere”, ma il giovane laureato non si fa attrarre dai lustrini del frenetico consumismo, e si mette immediatamente alla ricerca di un incarico di prestigio. Il suo buon curriculum scolastico porta Giuseppe Sala a ricoprire i primi incarichi manageriali in Pirelli. Egli viene, infatti, scelto dall’allora dirigenza dell’azienda di pneumatici, per ricoprire l’importante incarico di capo del nucleo di gestione dei nuovi investimenti strategici. Giuseppe Sala riveste il suo ruolo con solerzia e dedizione per una decina d’anni, fin quando nel 1994 assume il ruolo di direttore del controllo gestione e pianificazione strategica della società. Rimane in Pirelli fino al 2002 arrivando a ricoprire il ruolo di Vice Presidente anziano delle operazioni. Lasciata la società di pneumatici e forte della sua esperienza acquisita, Giuseppe Sala transita in un’altra importante azienda italiana, questa volta nel settore delle telecomunicazioni. Il manager è scelto come direttore dell’ufficio finanziario della nuova Tim, in questo ruolo affina le sue capacita imprenditoriali e gestionali, e si specializza in quella comunicazione aziendale che tanto gli servirà nei ruoli rivestiti successivamente. Giuseppe Sala nella sua nuova veste scala le gerarchie all’interno della Tim, e quando è scelto per l’avventura Expo, riveste il ruolo di direttore generale dell’azienda di telefonia. È forse il 2009 l’anno che fa conoscere il manager al grande pubblico, egli è scelto come direttore generale del comune di Milano, dall’allora sindaco di centro destra Letizia Moratti, l’anno successivo viene inserito a pieno organico nella struttura organizzativa di Expo 2015. L’incarico lo porta il 6 maggio 2013 ad essere nominato dal presidente del consiglio Enrico Letta, Commissario unico della grande esposizione universale di Milano. Giuseppe Sala si occupa in sostanza di tutta la gestione del grande evento, mettendo a frutto le sue conoscenze italiane ed estere. La sua dedizione lavorativa lo porta a controllare anche i più piccoli dettagli, mentre la sua innata capacita comunicativa, gli permette di fare conoscere la manifestazione universale in ogni angolo del mondo. Riesce a rispettare le strette tempistiche per le realizzazioni di tutte le opere connesse con l’esposizione, cosa questa che suscita l’approvazione di buona parte della politica nazionale. Sotto la sua guida la manifestazione si rivela un grande successo, soprattutto in termine di partecipazione, con oltre 20 milioni di biglietti venduti. Per il manager pubblico si aprono le porte della riconoscenza, soprattutto da parte di quel governo di centro sinistra che aveva puntato tutto sulla buona riuscita dell’Expo. Il presidente del consiglio Matteo Renzi lo elogia pubblicamente, l’alto esponente del Partito Democratico pone l’accento come Giuseppe Sala sia una di quelle personalità “super partes”, di cui l’Italia ha tanto bisogno, ed è lo stesso segretario del PD a caldeggiarne la sua discesa in campo nelle primarie, che vedranno la scelta del futuro candidato Sindaco di una della più grandi città italiane.Spicca nella sua storia manageriale la sua indubbia onesta, mai tirato in ballo dalle indagini sulle tangenti che ruotavano attorno all’Expo, fu il primo a presentare le dimissioni quando gli arresti colpirono parte del suo staff, dimissioni respinte dall’allora sindaco Pisapia. La sua figura fu al centro di polemiche quando fu reso noto l’importo del suo compenso (240.000 euro l’anno), la polemica fu però smorzata dallo stesso presidente del consiglio, che fece notare come il compenso rientrasse nelle linea di quelli spettanti per i più alti dirigenti statali. Giuseppe Sala si è sposato per ben tra volte, la sua ultima moglie, Dorothy, è più giovane di undici anni, la coppia non ha figli. Entrambi molto riservati non hanno mai dato adito a pettegolezzi, e le loro foto difficilmente vengono ospitate dai settimanali di gossip. Politicamente vicino alle posizioni della sinistra moderata, Sala ha sempre ricevuto il plauso di entrambi gli schieramenti politici. Molti sono, infatti, coloro che in esso vedono un ottimo elemento, che con la sua spiccata propensione al dialogo riesce a unire più che a dividere.

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