E’ convinto che sarà un testa a testa Pierfrancesco Majorino – Giuseppe Sala. A sostenerlo, in un’intervista al Corriere della Sera, prima dell’avvio delle Primarie Pd Milano 2016, è lo stesso Assessore alle Politiche sociali e Cultura della salute della giunta Pisapia. Majorino che, come gli altri tre candidati in lizza ha votato ieri, pensa dunque di doversela vedere con l’ex commissario di Expo 2015. E ai milanesi ha chiesto così di scegliere lui come candidato del Centrosinistra alla carica di sindaco del capoluogo lombardo: “Chiedo il voto perché conosco molto bene Milano, è la mia scelta di vita e voglio insistere ancora più radicalmente sul bisogno di cambiamento. Milano deve smettere di crescere a due velocità, con un centro forte e quartieri in grande difficoltà. Questo passa attraverso riscatto sociale, lotta al degrado, rivoluzione ambientale, offerta culturale ovunque, nuove politiche per le famiglie. E chiedo il voto anche perché, come ha detto l’amico Massimo Recalcati, un bravo sindaco, non deve solo saper amministrare. Deve saper immaginare”-
Il candidato alle Primarie Pd per le elezioni amministrative della città di Milano Pierfrancesco Majorino si è recato alle urne intorno alle 11 di ieri mattina. Pierfrancesco Majorino, come riportato dalla versione online de “La Repubblica”, ha scelto come seggio quello allestito all’interno del circolo di Sel in via Barrili. Dopo le foto (una con il pugno chiuso) e le strette di mano di rito con gli scrutatori, Pierfrancesco Majorino ha scherzato con i cronisti all’uscita dal seggio:”Ho votato per me, non ho votato per Iannetta! In questi casi ci sono due scuole: una scaramantica-snobbistica di non votarsi, una decisa nel votarsi. Io preferisco, conclude Pierfrancesco Majorino, le cose non ipocrite..perché se poi perdi di un voto e ti manca il tuo voto a quel punto cosa fai?”.
Partita la corsa a Milano per decidere il candidato del Partito Democratico alle prossime elezioni amministrative del capoluogo lombardo per succedere all’attuale sindaco Pisapia. Le Primarie del Pd vedono in lizza anche il candidato Pierfrancesco Majorino che nel corso di una recente intervista rilasciata al quotidiano Il Corriere della Sera ha evidenziato alcuni tratti salienti della propria candidatura. Nello specifico ha fatto presente come: “Milano deve smettere di crescere a due velocità, con un centro forte e quartieri in grande difficoltà”. Majorino ha quindi evidenziato di un riscatto sociale che passi attraverso ad una lotta al degrado, una rivoluzione ambientale ed un’offerta culturale che praticamente venga data in ogni punto della città milanese.
L’ex consigliere comunale Pierfrancesco Majorino, sarà tra i partecipanti al ballottaggio come candidato sindaco delle primarie PD Milano 2016. Nato a Milano nel 1973, è sposato con Caterina Sarfatti, da cui ha avuto un figlio di nove anni. Ha iniziato ad interessarsi presto di politica, iscrivendosi ai Democratici di Sinistra, partito in cui ha poi fatto una carriera che lo ha portato a ricoprire la funzione di segretario della federazione meneghina, oltre che di responsabile del coordinamento cittadino. Negli anni tra il 1994 al 1998 Pierfrancesco Majorino ha poi rivestito il ruolo di presidente nazionale dell’Unione degli Studenti, guidando allo stesso tempo la Rete Studentesca. Proprio nel 1998 è stato chiamato da Livia Turco, all’epoca Ministro alla Solidarietà sociale del governo Prodi, a occuparsi di politiche giovanili. Nel corso del 2006 Pierfrancesco Majorino è invece stato chiamato a far parte del Consiglio comunale, eletto all’interno della lista unitaria presentata dall’Ulivo. Due anni più tardi è quindi andato a rivestire la funzione di capogruppo dell’appena nato Partito Democratico, guidando l’allora opposizione sino al termine naturale della consiliatura. Proprio durante il mandato di Letizia Moratti, Pierfrancesco Majorino è stato uno di coloro che hanno proposto l’istituzione del Registro per le Unioni civili delle coppie di fatto, della Commissione Antimafia e di un piano teso a contrastare il fenomeno dell’emergenza abitativa tramite l’aumento del numero delle abitazioni per edilizia popolare. Ha inoltre proposto di istituire un Fondo anticrisi cui delegare il compito di contrastare la povertà e il precariato. Pierfrancesco Majorino ha anche riservato la sua attenzione alle tematiche collegate con il fenomeno dell’immigrazione, con particolare attenzione ai diritti che dovrebbero essere riconosciuti ai cittadini provenienti dall’estero. Nel mese di maggio del 2011 Pierfrancesco Majorino è quindi stato eletto di nuovo in Consiglio Comunale, stavolta nelle liste del Partito Democratico, dopo la vittoria di Giuliano Pisapia nel ballottaggio con Letizia Moratti. Un mese più tardi è poi stato chiamato dal nuovo sindaco ad assumere la delega alle Politiche sociali e Cultura della Salute all’interno della nuova giunta. In questo ruolo si è distinto per i suoi sforzi di contrastare la povertà e la precarietà, attuati mediante politiche a favore dei senzatetto e il rilascio di contributi finanziari sotto forma di sostegno al reddito. Pierfrancesco Majorino ha inoltre cercato di potenziare i servizi in favore dei disabili e degli anziani più a rischio di solitudine e abbandono. Ha anche proceduto all’istituzione del Registro delle Unioni civili, un suo vecchio cavallo di battaglia. Inoltre ha cercato di dare una soluzione al problema rappresentato dalla mancanza di luoghi di culto per cittadini provenienti dall’estero e di fede diversa da quella cattolica. Nel passato ha fortemente criticato la plateale assenza di colpi da parte del governo Renzi sui diritti civili. Pierfrancesco Majorino è infatti un sostenitore dell’allargamento di diritti anche a persone che scelgono un modo diverso di formare la famiglia rispetto a quello tradizionale. Pierfrancesco Majorino è un cultore della scrittura e ha sfogato la sua passione nella pubblicazione di testi teatrali e romanzi, oltre che di reportage a carattere giornalistico. In una recente intervista, la moglie Caterina Sarfatti lo ha definito duro e a volte scontroso, ma anche capace di esercitare ironia su sè stesso. Inoltre ha ricordato come in effetti i ruoli all’interno della famiglia siano assolutamente distinti, in quanto Majorino sarebbe sempre fuori di casa per i suoi incarichi politici.
-Nel corso della campagna per le Primarie, Pierfrancesco Majorino ha dato luogo ad una serie di proposte, tra cui l’ultima ha destato una certa sensazione. Al fine di finanziare gli interventi sociali a favore dei quartieri più popolari, ha infatti proposto la vendita a Inter e Milan dello stadio Meazza. Una proposta arrivata ad una settimana circa dalla consultazione che dovrà scegliere il candidato del centrosinistra alla poltrona di sindaco. Una operazione tramite la quale potrebbero essere reperiti circa ottanta milioni di euro, in modo da dare vita a politiche di inclusione senza gravare sulle casse comunali. La misura fa parte del programma di Pierfrancesco Majorino presentato alle Fonderie Napoleoniche, che punta in particolare modo sui giovani, i quali devono essere dotati degli strumenti in gradi di farne protagonisti effettivi della vita cittadina, e sulla lotta alla povertà, in un momento di crisi molto forte. Una idea in cui il motore può essere costituito dai servizi per le periferie, in modo da impedire a Milano di crescere con due velocità diverse, con un centro sempre più ricco e vivo in antitesi con il resto della città. Altro tema che ha contraddistinto la sua proposta è quello del reddito minimo comunale. Una idea definita impraticabile da Sala e Balzani, i suoi avversari delle Primarie. In tal senso Pierfrancesco Majorino ha invece affermato di ritenere assolutamente necessario ricorrere a strumenti di questo tipo, fornendo anche le cifre necessarie per finanziare l’operazione. Una misura non di assistenzialismo, ma tesa a reimmettere sul mercato del lavoro famiglie che sono attualmente ai margini della vita sociale. Pierfrancesco Majorino ha poi voluto commentare la proposta avanzata dalla Balzani, tendente a togliere il ticket attualmente gravante sui mezzi di superficie. Al proposito ha infatti affermato che si tratta di un provvedimento che dovrebbe essere esteso a tutti i mezzi pubblici, confinandolo però ad esclusivo beneficio della parte più debole della popolazione, quella formata da poveri, cassintegrati e disoccupati.