Lo scioglimento della provincia per Milano è per ora solo un danno, vale per tutti lo stato di degrado dell’Idroscalo. Non si risolverà neppure con le prossime elezioni comunali, eppure ci sarebbe urgenza di una gestione unificata dell’area milanese. Comunque il nuovo Sindaco di Milano deve esprimere le sue convinzioni perché si proponga di esercitare il suo ruolo promotore. Io suggerisco alcune priorità: adeguare i quartieri cittadini al carattere di cittadelle nella metropoli, come dovranno diventare tutti i comuni che fanno parte della AMM. (Area Metropolitana Milanese). Significa per le due realtà l’essere uno specifico vissuto comunitario, e nel contempo una parte della grande città, ovvero ben collegate alla rete metropolitana e aventi un proprio contesto di attività economica e di vita culturale. Questo vuol dire salvaguardare aree storiche e nel contempo modernizzare i contesti di vissuto comune, con aree pedonalizzate e circonvallazioni di ogni cittadella, con la rete di viabilità interquartiere. Unificare la AMM superando le terre di nessuno che si sono formate alle periferie della città e degli stessi comuni maggiori. Dunque nessuna periferia, ma anzi facile connessione con i comuni e fra i comuni.
Valorizzazione delle presenze sia produttive che associative, portando all’incontro e la messa in rete di tutte le energie positive della AMM. Da questo motivare il recupero delle aree dismesse e favorire gli insediamenti secondo la domanda degli operatori, verso la piena espressione delle potenzialità di tutta la società della Grande Milano. Nella vita reale di questa area gli operatori sono già espressione della milanesità, della natura produttiva e creativa che da tempo opera senza l’adeguato ascolto e riconoscimento da parte della politica. Infine sviluppare una progettualità urbanistica che unifica qualità della vita con slancio del lavoro e della solidarietà. I parchi, le piste ciclabili, le piazze e i luoghi di incontro devono rispondere al miglioramento della qualità della vita, ma non devono diventare soluzioni unilaterali che mitizzano singoli contenuti a scapito della vita attiva della città. Non siamo la città dei ricchi eredi che vivono di rendita e di “buonismo”, siamo prima di tutto una capitale europea che offre le sue grandi capacità operose. Dunque le strade di scorrimento interquartiere, i nuovi quartieri di sviluppo urbano, i nuovi centri di attività specializzate e generanti rete di offerta qualitativa.
La AMM è diventata grande luogo interculturale, con gli immigrati che hanno ridato forza alla capacità produttiva dell’area. Ora si deve superare l’accumulo di particolari etnie in singoli quartieri. Questo vuol dire lo sviluppo dell’housing sociale, con nuove possibilità di case in affitto e di soluzioni abitative a basso costo, perché non ci siano insediamenti solo nelle zone invecchiate della città, le sole con i costi ridotti. Con il governo dell’area metropolitana anche questo può essere distribuito meglio fuori dalla città ristretta. Naturalmente bisognerà superare mille piccole gelosie dei singoli comuni e fare la grande città. Non sarà per niente facile. Ci vorrebbe una politica autorevole, cosa questa che manca da tempo.