Intervistiamo Alberto Fulgione, sindaco di Liscate dal 2009. Al suo secondo mandato è alla guida di un piccolo comune di 4200 abitanti, considerato virtuoso da qualche anno per assenza di sprechi, basse tasse e per l’implementazione di servizi offerti, nonostante la rivisitazione complessiva imposta dalla spending review. Il tema dominante del dialogo con lui è quello della città metropolitana ad un anno dalla sua attuazione e anche in vista della costituzione di future Unioni di comuni di cui il sindaco Fulgione si sta occupando insieme ad altri sindaci di comuni limitrofi.



Con l’entrata in vigore dello statuto metropolitano le sembra di aver notato differenze sul governo del territorio? 

Penso che l’istituzione della città metropolitana, con l’avvio che c’è stato dal 1° gennaio 2015, rappresenti il futuro per la nostra zona e per la nostra nazione. La città metropolitana come Milano, senza niente togliere alle altre città, può essere il vero motore di sviluppo. E’ indubbio che le fatiche ci sono e si sono succedute in questi mesi dopo il lento avvio che abbiamo aspettato da anni: mancano le risorse, l’interlocuzione che è stata fatta fra i comuni e città metropolitana e in particolare fra regione e città metropolitana per la suddivisione delle funzioni è una interlocuzione un po’ difficile, anche a causa del fatto che non tutti credono in questa nuova istituzione. 



Qual è la sfida secondo lei per gli abitanti, i cittadini?

Se vogliamo essere pronti per un progetto che non sia confinato al campanile del singolo comune e neppure al Duomo di Milano, ma essere pronti a guardare ad un orizzonte più vasto che è quello europeo, non possiamo che fare questo passo tutti insieme per garantire quella efficienza e quell’efficacia che non è una volontà soltanto degli amministratori o di coloro che fanno ingegneria istituzionale e amministrativa, ma che è per il bene di tutti i cittadini.

Ma ci sono le risorse per seguire questo processo di cambiamento?

Con la mancanza di risorse, con la crisi, diciamo che i problemi sono aumentati, è vero, ma la crisi può essere un’opportunità per ripensare ad una nuova modalità di come vivere e allora gli amministratori hanno pensato che fosse importante istituire la città metropolitana. A questa istituzione debbono essere date delle chances. E la convenienza della città metropolitana deve essere una scoperta anche dei cittadini e non solo di noi sindaci e altri amministratori. 



L’aspetto più tangibile di convenienza da cosa passa? 

Ecco un esempio: nella mia visione politica, vedo che la concretezza della convenienza della città metropolitana potrebbe passare da una cosa importante, i trasporti. Talvolta parliamo del fatto che i trasporti migliori e più efficienti sono a Milano. Sappiamo che non tutti vivono e soggiornano a Milano, e che centinaia di migliaia di persone si spostano ogni giorno per andare e tornare da Milano.

 

Qual è il senso del rapporto tra paesi, città e capoluogo, tenuto conto della storia di ognuno? 

La città metropolitana non deve essere milanocentrica, non perché Milano debba perdere qualcosa ma perché solo la Milano che collabora e coopera con i comuni limitrofi riesce sicuramente a valorizzarsi per un dialogo verso l’Europa. 

 

Trasportare i cittadini significa mettere insieme le occasioni, mischiarle…

Certamente, e in quest’ottica se il trasporto è attuato con una tariffazione integrata, tutti i cittadini della città metropolitana avranno la stessa opportunità nel potersi muovere. Tengo molto a questo concetto, perché la mobilità in questo periodo storico è molto importante e non è riferita al solo fine dello spostamento ma riguarda la possibilità di andare a prendere un servizio piuttosto che un altro, interessando quindi le buone pratiche, e rientrando nell’interesse delle aree del welfare, della sanità, di altri aspetti. Avere una mobilità, avere un trasporto pubblico locale che funzioni sia per il comune al confine della città metropolitana che per il comune della prima cintura, che per Milano stessa, ha una valenza importante che è quella di dire che i cittadini sono tutti uguali. Se i cittadini sono tutti uguali e collaborano, sono certo che Milano può essere la città metropolitana guida dell’Europa e non solo dell’Italia.

 

Quali sono le criticità e i nodi maggiori da risolvere nella gestione della città metropolitana? 

Noi stiamo lavorando per approvare a breve le zone omogenee. Omogeneità non vuol dire omologazione: molti cittadini e molte zone di questa ex provincia hanno una propria storia e mission, non tutte le zone sono uguali e non vanno snaturate. La zona dell’alta martesana per esempio ha una vocazione agricola e turistica per i tanti corsi d’acqua che i propri territori possiedono e non si può omologare con un’altra zona, per esempio del nord di Milano che ha un altro tipo di vocazione diversa. Ma se queste zone si mettono insieme possono dare una mano anche agli altri. 

 

E il capoluogo come deve ristrutturarsi?

E’ fondamentale che una volta costituite le zone omogenee si crei anche divisione in municipalità all’interno di Milano, un po’ come Londra. Questa è la prerogativa essenziale affinché nel 2021 il sindaco di Milano, che sarà anche sindaco della città metropolitana, sia eletto da tutti i cittadini del territorio che verranno amministrati da quel sindaco e non solo dai cittadini milanesi come accade adesso. Questa è la criticità da superare, oltre ovviamente al reperimento delle giuste risorse, perché non si possono trasferire alle città metropolitana delle funzioni o delegarne altre alle zone omogenee senza risorse.

 

Cose’è l’unione dei comuni? 

A breve ci sarà l’approvazione dello statuto per l’unione di comuni (di quattro comuni) di cui mi sto occupando. L’unione dei comuni è un ente giuridico nuovo che metta insieme le forze migliori, che permette, pur nel mantenimento dell’identità di ciascun comune, di avere un dialogo più diretto e migliore con la città metropolitana affinché l’obiettivo finale, che è quello di favorire i cittadini nell’erogazione dei servizi, sia perseguibile con una voce unisona e con un po’ più di peso sempre nel mantenimento dell’identità territoriale.