Milano è la capitale funzionale d’Italia, è la capitale della conoscenza. Questa città ha subito una tale radicale trasformazione in questi ultimi quindici anni, che difficilmente qualche altra metropoli avrebbe potuto reggere. E invece Milano oggi è più bella, ce l’ha fatta. E Giuseppe Sala, anche attraverso l’Expo, è riuscito a interpretare al meglio questo cambiamento.
Giampiero Borghini, anche se per soli tredici mesi, è stato un grande sindaco riformista di Milano. Ancora oggi ragiona come un milanese che è innamorato della sua città, che la conosce bene anche nella sua storia, e che ha il riformismo nelle vene. Borghini ha firmato un appello a favore di Giuseppe Sala sindaco per i prossimi anni e difende questa sua scelta con argomentazioni di carattere logico e politico, in base ad analisi precise e senza appoggiarsi a ragioni di carattere ideologico.
Borghini, lei ha firmato questo appello per Sala, auspica la sua elezione a sindaco. Mi può indicare le ragioni, anche sommariamente, di questa scelta?
Guardiamo con un minimo di realismo quello che è accaduto in questi anni. Milano si era imbarcata in una manifestazione, in un appuntamento di grande importanza. Poteva essere rilanciata, rimessa al centro dell’attenzione internazionale come grande città. Oppure poteva andare incontro a un lungo periodo di decadenza.
E’ stata salvata dall’Expo?
L’Expo era un appuntamento importante, ma a un certo punto sembrava che ci stesse scappando di mano, sembrava che fosse diventato quasi un fatto impossibile per tutti i problemi che si affacciavano, per quelli che ci si trovava di fronte. Ci siamo dimenticati tutti questi problemi?
Il merito di aver realizzato l’Expo lo attribuisce tutto a Giuseppe Sala?
Mettiamola in questo modo, siamo concreti. Alla fine Giuseppe Sala questa Expo l’ha curata, realizzata, portata a termine, nonostante tutte le difficoltà che si sono presentate. Questo è un merito che gli va riconosciuto. E, valutando anche i possibili difetti di una persona, in questo caso il merito va premiato affidandogli la conduzione di questa città.
C’è il riconoscimento di un lavoro realizzato, portato a termine con successo. Si parla anche di un incremento per Milano di 4 punti di Pil.
Questo è un altro punto da ricordare, ma soprattutto io vorrei sottolineare la realizzazione avvenuta e il rilancio sul piano internazionale di Milano, con tutte le previsioni negative che si accumulavano, che ogni tanto saltavano fuori.
Ma c’è davvero questo rilancio internazionale?
Io vorrei fare una domanda: che cos’è Milano? Milano è sempre stata una grande città che ha saputo cambiare, che ha saputo affrontare il cambiamento e che lo ha sempre realizzato. Questa è stata sempre la sua grande forza. Ma vi ricordate la crisi che la città attraversò dal 1975 al 1982? C’era quel processo di deindustrializzazione che sembrava mettere in ginocchio la città. E invece Milano, cambiando, riuscendo a creare oltre 160mila posti di lavoro, ha superato anche quel momento ed è quasi rifiorita.
E in questi anni, che sono apparsi piuttosto grigi, che cosa è accaduto?
Stavo arrivando proprio a questa considerazione. Questi ultimi quindici anni sono effettivamente apparsi grigi, ma intanto Milano operava ancora un grande cambiamento e diventava lentamente una bella città, una città che è diventata capitale della conoscenza, che diventata è una capitale funzionale. Io insisto su questo concetto. Si dice che Milano sia la capitale morale, ma in realtà è una capitale funzionale e l’Expo lo ha dimostrato. E tutto questo, perché disconoscerlo?, Sala lo ha saputo interpretare.
Milano rappresenta anche un esempio di integrazione, lo ha sempre rappresentato.
E’ vero, e continuerà a esserlo perché questa vocazione al cambiamento è nel dna di Milano. Ma non dimenticate mai la struttura della città soprattutto, la sua funzionalità che riesce a creare lavoro in tanti settori imprenditoriali.
A questo punto l’elezione di Sala, che lei vede interprete di questo cambiamento avvenuto a Milano, potrebbe fornire un’indicazione anche al Paese?
Non c’è dubbio. La vittoria di Sala a Milano sarebbe di grande innovazione per il Paese e Milano riprenderebbe il ruolo che ha sempre avuto nei grandi cambiamenti italiani.
(Gianluigi Da Rold)