Si è avviata la nuova consiliatura a Palazzo Marino. Ha giurato la nuova Giunta e il Sindaco Sala ha illustrato le sue linee programmatiche. Un tema importante ha avuto notevole spazio nella relazione del primo cittadino, ovvero quello della Brexit. L’uscita di Londra dall’Ue può costituire una grande opportunità, ma non bisogna dimenticare anche gli eventuali rischi per Milano ed è giusto che nel dibattito politico si facciano emergere pure questi. Il Sole 24 Ore di lunedì 11 luglio titolava: «Investimenti inglesi in Italia, da Milano a Chieti le province più a rischio dopo la Brexit»; una mappa mostrava come la nostra città fa la parte del leone, con un fatturato generato dalle partecipazioni britanniche nelle imprese italiane intorno al 43,54% del totale. Allora, cogliere le opportunità della Brexit e cercare di portare persino qualche agenzia internazionale a Milano, in un’ottica di sana lobbing nei confronti delle istituzioni europee, è indubbiamente intelligente.



Concentrarsi soprattutto sull’Ema, l’agenzia del farmaco, è cosa ragionevole, perché la Lombardia è al secondo posto in Europa per la produzione farmaceutica; in questa regione negli ultimi tre anni sono stati investiti 700 milioni in studi clinici che hanno portato l’Italia ad essere il terzo mercato comunitario del settore; a Milano c’è un terreno fertile dato dalla concentrazione di importanti centri di ricerca biomedica (Besta, Istituto dei Tumori, Mario Negri, IEO, Humanitas San Raffaele, Niguarda, ecc.). Tuttavia non serve a nulla spendere energie solo in questa direzione se poi investitori già presenti sul nostro territorio rischiano di scappare.



Il tema cruciale dentro cui inserire le opportunità che possono derivare per Milano dalla Brexit è quello dell’attrattività del nostro territorio. E da questo punto di vista il vero confronto da aprire è con lo Stato, perché Milano e la sua area metropolitana siano dotate di uno statuto politico e amministrativo distinto da quello del governo nazionale e degli altri enti locali, in modo da svolgere un ruolo fondamentale nella definizione del contesto politico ed economico in cui operano le imprese presenti sul territorio. Questa è la condizione giuridico-istituzionale perché Milano possa assumersi le conseguenze politiche anche di una fiscalità di vantaggio. È su questa partita che Sala può e deve ”giocare” col governo Renzi.   

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