Soggetti esterni a cui la giunta presieduta dall’allora sindaco di Milano Letizia Moratti affidò consulenze esterne con stipendi non giustificati e ruoli anch’essi inutili. La sezione giurisdizionale centrale d’appello della Corte dei conti ha condannato la Moratti a risarcire 590mila euro, circa altrettanti ne dovranno pagare i suoi assessori allora in carica. Le consulenze, ha stabilito la Corte, avvenute tra il 2006 e il 2011 erano illegittime così come lo era un ufficio stampa allestito alle dirette dipendenze del sindaco. Per i giudici si è riscontrato “il connotato della grave colpevolezza, ravvisabile in uno scriteriato agire, improntato ad assoluto disinteresse dell’interesse pubblico alla legalità e alla economicità dell’espletamento della funzione di indirizzo politico-amministrativo spettante all’organo di vertice comunale”. La condotta viene definita  “di grave colpevolezza”. In tutto si tratta di undici incarichi dirigenziali esterni a persone non laureate per il valore di circa 1 milione e 900mila euro e un milione per alcuni addetti stampa. Respinta invece l’accusa di inchiesta penale per abuso di ufficio. Nel dettaglio: l’ex vice sindaco De Corato dovrà risarcire 21.763 euro (per le stesse voci contestati alla Moratti), l’ex sindaco ed ex direttore generale Giampiero Borghini oltre 106 mila euro e gli ex assessori Tiziana Maiolo, Mariolina Moioli, Edoardo Croci e Carla De Albertis oltre 21 mila euro. Tra i risarcimenti anche quello di quasi 90 mila euro conteggiato per l’allora direttore centrale delle risorse umane Federico Bordogna.



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