Cosa sta succedendo, perché i tassisti stanno protestando? In sintesi: nella notte tra il 14 e il 15 febbraio è stato inserito nel decreto “Milleproroghe” dalla commissione Programmazione economica del Senato un emendamento che sospende per tutto il 2017 la validità di norme che regolamentano in maniera specifica l’attività del Noleggio con conducente. Questo emendamento modifica i termini di applicazione della legge di riferimento in materia di trasporto pubblico non di linea, cioè la L. 21/92, equiparando di fatto la tipologia di servizio svolta dal noleggiatori con conducente a quella dei tassisti e aprendo in tal modo, come conseguenza indiretta, le porte del mercato del trasporto pubblico anche a operatori oligopolistici multinazionali senza tuttavia assoggettarli alle medesime normative e vincoli imposti agli operatori tradizionali.
Tale modifica dell’ambito operativo della L. 21/92 è avvenuta a dispetto di precisi impegni assunti dal precedente governo, cioè di rivedere in termini generali l’intera disciplina del trasporto pubblico non di linea discutendone il complessivo riassetto e adeguamento ai mutati scenari di mercato con il coinvolgimento propositivo di tutti gli operatori del settore.
A fronte di questo impegno disatteso, lo sciopero dei taxi non deve quindi sorprendere. Viene da chiedersi perché da parte di una certa politica si sia voluto procedere con questo “strappo”. Questa è stata la domanda che, ovviamente con diversi livelli di profondità e sensibilità di approccio, ha caratterizzato le discussioni e le reazioni immediatamente scaturite tra tutti i professionisti del settore e che ha animato anche i tassisti che, come noi, partono da un giudizio cristiano per affrontare la realtà.
Ci sembra di poter dire che quanto si sta delineando in Italia – anche nell’ambito del trasporto pubblico non di linea – sia il tentativo di indirizzare (in nome di un presunto liberismo) sempre più i fattori produttivi a beneficio di operatori terzi estranei al tessuto produttivo locale senza che vengano adeguatamente garantite da parte di questi ultimi le necessarie ricadute locali in termini di stabilità occupazionale e di conseguenti benefici economici. Ma da cristiani, di fronte a quanto sta succedendo, ci è venuto anche spontaneo chiederci cosa voglia dirci papa Francesco quando parla dei rischi di un’economia “di scarto” e perché l’economia non debba essere “di scarto”, ma al servizio di tutti gli uomini senza tralasciare alcuno.
La lettura che noi diamo alla realtà è che essa sia data come opportunità di bene e di positività per tutti e non come ambito di esercizio di potere da parte di alcuni a scapito dell’interesse di tutti. Tuttavia, a partire da questo giudizio, ci è venuto da pensare che anche la difesa a priori del nostro progetto e dei nostri interessi o rendite di parte (pur potendoli ritenere corretti) potrebbero essere occasione di esercizio di un potere manipolatorio della realtà. Infatti, la nostra esperienza (tuttavia spesso incoerente e piena di limiti) è che solo se la realtà è vissuta avendo a cuore il bene comune vengono introdotti nella società e nell’economia i fattori per una convivenza più equa, più giusta e non “di scarto” a detrimento di alcuni.
Qual è nel caso specifico il bene comune? Qual è l’interesse che deve prevalere? Nel caso specifico la nostra reazione non è finalizzata al mantenimento dello “status quo” o di egoistiche rendite di posizione, ma è animata dal desiderio di essere interlocutori di dialogo e di confronto per aiutare la politica a costruire un futuro modello di sviluppo del servizio di trasporto pubblico non di linea che metta tutti gli operatori del settore nelle condizioni di operare con equità e correttezza e con dignitosi ritorni economici per ciascuno. La nostra reazione è sicuramente finalizzata a dire alla politica e agli amministratori locali che il bene comune non si persegue con estemporanei decreti privi di un disegno organico e che non tenga conto di tutti i fattori in gioco, ma è anche per affermare che siamo disponibili a lavorare con chiunque sia interessato a perseguire e tutelare l’interesse di tutti.
Per un gruppo di amici tassisti di Milano,
Ciro Pica