In un periodo in cui la cronaca italiana è costellata di episodi in cui di immigrati si parla in termini negativi, raccontare la storia dei due nordafricani eroi alla Stazione Centrale ieri sera, può forse servire a rendere meno teso il clima di questi giorni. A rendere conto dell’episodio è Il Corriere della Sera: tutto avviene alla Stazione Centrale, a notte fonda. Una ragazza scende in lacrime, e di corsa, da una Jeep Renegade rossa: un uomo, vistosamente ubriaco, la insegue e inveisce contro di lei, che non può fare altro che provare a scappare. Ad osservare la scena c’è un gruppo di immigrati, che nei giardini attorno alla Stazione Centrale ha il suo luogo di ritrovo principale. Due di loro decidono che è il momento di intervenire: si tratta di Isem Ibrahien, 33enne libico, e di un suo amico di 20 anni marocchino. Non sono stinchi di santo: il primo, proprio qualche giorno fa, sempre alla Stazione avrebbe aggredito un clandestino del Marocco e sembrerebbe avere anche una storia di alcolismo alle spalle. In quei frangenti di terrore, però, i clandestini si appropriano di quel senso civico di cui a volte neanche gli italiani dispongono. Fatto sta che questo atto di altruismo, l’azione che salva dalle grinfie del 38enne ubriaco una 35enne milanese di origini arabe, ha un prezzo: Carlo Servodio, l’aggressore alla guida della Jeep Renegade rossa, infatti, risale in auto e in preda alla collera investe l’eroe libico. Il clandestino rimane a terra, riporterà fratture a tibia, perone e costole, nonché una spalla lussata, un trauma cranico e diverse contusioni. Una volante della polizia, per la cronaca, è riuscita a bloccare l’assalitore poco distante, in via Vitruvio: dal test alcolemico è venuto fuori che aveva in corpo il doppio di alcol consentito. Pare che Servodio frequentasse da poco la giovane scampata all’aggressione: dovrà rispondere di lesioni gravi, guida senza patente e in stato di ebbrezza, ma la Procura sta pensando di aggiungere il capo d’accusa di tentato omicidio. Prima di finire in cella pare abbia urlato anche frasi razziste: mai come in questo caso parole simili sono apparse fuori luogo.