Mattina di Domenica 26 marzo. Ora legale. Buio pesto. Al mio fianco mia moglie dorme sfiancata da 15 km di marcia al parco di Monza. Tutto tace e si può fare un bilancio della visita del papa a Milano. 

1. San Giuseppe ci ha messo del suo. Con tre gloria a San Giuseppe detti nel corso della settimana è stata fugata la minaccia di temporali. E infatti il nubifragio con “donner und blitzen” è scoppiato esattamente un secondo dopo il mio rientro a casa alle 20,45. Prima figata.



2. Organizzazione perfetta. Avevo gran dubbi che fosse un caos e invece è andato tutto liscio come l’olio. L’idea è stata quella di fare pass collettivi. In questo modo era ben difficile vi fossero infiltrati e l’onere del controllo veniva scaricato su enti e parrocchie. Alleggeriti i controlli, snelli gli ingressi. Quando si dice la sussidiarietà nella sicurezza. E noi abbiamo le forze dell’ordine più in gamba del mondo. Quando hai a che fare con la mafia garganica o la ‘ndrangheta i vari Abdul fanno ridere. Figata numero due.



3. Il popolo lombardo-cattolico. Mi onoro di farne parte pur essendo allogeno. D’altronde papa Ratzinger nell’ultima udienza del suo pontificato aveva detto a Scola che la Lombardia doveva diventare il cuore cristiano dell’Europa. E questo popolo, lo stesso che andava da Federigo Borromeo, ha dato una risposta fantastica. 500mila a Milano. Un milione a Monza. Almeno 80mila al Meazza occupato in ogni ordine di posti. E va considerato che tanti non sono andati a Monza per paura degli attentati. E qui si apre un discorso a parte. Gli iracheni musulmani nel 2005 andarono a votare tra cecchini e kamikaze. E noi? Noi siamo quelli civili, vero? Le palle? Lasciate nel comodino? Accontentiamoci della figata numero tre.



4. A Monza è stata una festa eccezionale. A San Siro le ore di attesa sono state una bolgia invivibile, un sabba. Poi quando si è pregato tutto è tornato ok. Solo una domanda: perché nella minuscola pièce teatrale il maschietto Luca deve fare la parte del deficiente e la femminuccia Michela è saggia? Perché è la verità delle cose. Noi maschi siamo così. Umiliante ma è così. Carine persino le coreografie  in stile nordcoreano. Un ok di massima.

5. Ma il top, il vero effetto speciale è stato Francesco. Altre volte ero rimasto incerto. Ieri mi ha conquistato. Come sempre dice tre-cose-tre da portare a casa. E le ribadisce a martellate. E si fa capire da tutti. Nonni, gioco con gli amici, parrocchia. Le persone che confermano nella fede, giocare coi figli la domenica, dividere coi più poveri. E quella citazione di De Sica da urlo. Ricordare “I bambini ci guardano” che con “Ladri di biciclette” e “Sciuscià” ha dato il via al neorealismo e a tutto il cinema italiano. “Una catechesi di umanità”: non so pensare a una glorificazione più alta di questa. E la semplicità del suo linguaggio si è vista in questa occasione che descrivo. Il mio piccolo Pietro era stanco e distratto, faceva casino con gli amici. Gli ho detto di stare a sentire. Essendo sveglio ha memorizzato due concetti sul bullismo: a) non fare e b) non permettere che si faccia. Il che significa che i più forti devono proteggere i più deboli. E non è buonismo, è il ritorno alla cavalleria medioevale. E Pietro, dieci anni, l’ha capita al volo. 

Conclusione. Perché Francesco vuole farsi capire da tutti? Perché tutti siamo responsabili di coloro che incontriamo. Perché è così che rinasce la civiltà cristiana. Bisognerebbe rileggere La conversione al cristianesimo nei primi secoli del Bardy per capire la questione. Socrate, Platone, Aristotele e Seneca erano più intelligenti di Pietro e Paolo per non parlare dei miei beniamini Aquila e Priscilla. Ma chi ha cambiato il mondo sono stati quei poveretti così simili a noi. Con in più lo Spirito Santo a dare i superpoteri. Shazam!

Infine un paragone per tutti i nostalgici dei papi passati. Per fare un paragone alla “master chef” Karol era il ristorante di Ancona dove ho scoperto il fritto misto di pesce; Ratzinger un raffinato ristorante umbro. Francesco, più poveramente, è una locanda sul Camino di Santiago dove servono il menu del pellegrino. Chi l’ha provato lo sa: arrivi a cena stanco, con una fame da lupo. Con 10 euri mangi semplice e bene e sei in perfetta forma per il giorno dopo. In questo momento noi pellegrini abbiamo bisogno di questo. Buen camino!

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