I tifosi dell’Inter non possono neppure appellarsi a Dio: niente messa in Duomo per chi indossa la maglia nerazzurra. È accaduto domenica, prima della messa: un ragazzo dopo l’interminabile coda per entrare nella cattedrale, è passato al controllo dei militari e, quando pensava di poter entrare, è stato fermato. «Lei con quella maglietta non può entrare», dice il commesso, come riportato da Libero. Il ragazzo, come se non bastassero i risultati dell’Inter a farlo sentire umiliato, è costretto a togliersi la maglietta che porta il nome di Mauro Icardi per entrare in Duomo. Resta in canottiera, ma il clima è quasi primaverile a Milano. Battutine a parte, il Duomo non è proibito solo a chi indossa maglie dell’Inter, ma a tutti i tifosi: «E anche ai politici, agli alpini quando vengono ogni anno all’adunata». Cos’hanno in comune un interista e un alpino? «Chiunque dichiari di appartenere a una parte, non è ben accetto. Il Duomo non parteggia per nessuno, il Duomo è neutro». La Casa del Signore, dunque, non è proprio aperta a tutti come l’educazione cattolica invece insegna?
«Il Duomo è neutro». Così un commesso della cattedrale di Milano ha spiegato ad un tifoso dell’Inter perché non poteva entrare con la maglia nerazzurra addosso. La notizia, riportata da Libero, ha allibito i presenti, tra cui il giornalista che ha raccontato la vicenda. L’educazione cattolica, infatti, insegna che tutti possono entrare nella Casa del Signore, purché animati da buone intenzioni. E il tifoso dell’Inter non è parso avere cattivi propositi, altrimenti – scrive Giorgio Carbone – «durante il serpentone avrebbe risposto a cazzotti agli sfottò». Il ragazzo si è dovuto sorbire le battutine degli altri fedeli durante la coda e poi è stato beffato dal commesso del Duomo. Una vicenda assurda per il collega: «Ma mettiamo pure che le male intenzioni le avesse in mente, che si fosse infilato in chiesa col proposito di prendere a coltellate un tifoso del Napoli, le coltellate le avrebbe certamente tirate anche senza maglietta».
Un tifoso dell’Inter si è dovuto togliere la maglia della squadra del cuore per entrare nel Duomo. Questa curiosa vicenda è stata commentata da un tifoso nerazzurro sfegatato, Giacomo Poretti, il quale non poteva non trattarla con la sua proverbiale ironia. «Non si può negare l’accesso in un luogo di culto, in una chiesa, ad un uomo che mostra inequivocabilmente dal suo abbigliamento che si sta recando presso l’altare per pregare, per rivolgere delle suppliche e chiedere disperatamente al suo Signore di avere pietà per la propria squadra», scrive per Repubblica.it. Il sacrista, dunque, per il comico di Aldo, Giovanni e Giacomo è responsabile della sconfitta dell’Inter contro il Napoli. Il sospetto di Giacomo Poretti è che tifi per la Juventus, ma per questo «un giorno renderà conto al Supremo Giudice Sportivo». Tra le osservazioni, però, ve ne sono alcune serie: perché impedire l’accesso a chi indossa la maglia di un club calcistico e non a chi, invece, indossa le magliette dei Cleveland e NY Giants?