Sembrava ormai una emergenza ridotta, una piaga che aveva infestato soprattutto gli anni 80, invece l’Aids torna a essere un fenomeno di massa. Secondo dati recenti diffusi da istituzioni ospedaliere, su 130mila persone Hiv positive in Italia, ben 20mila vivono in Lombardia, la regione dove l’aumento dei casi è stato più considerevole. Di queste, 15mila sono residenti a Milano e hinterland. E’ la clinica per malattie infettive del San Gerardodi Monza a offrire i dati più impressionanti: nel corso del 2017 sono stati diagnosticati 400 nuovi casi il che significa un aumento del 20%, riporta oggi il Corriere della sera. Ogni anno i nuovi contagiati sono circa 4mila, la maggior parte omosessuali tra i 25 e i 29 anni.



Spiega il direttore del centro ospedaliero Gori che se è vero che di  Aids non si muore più come una volta, otto giovani su dieci ammettono di avere rapporti non protetti: si curano le persone, e nel frattempo altri vengono contagiati. Un cane che si morde la coda insomma, un ciclo continuo senza sosta. Il problema, dice ancora Gori, è che si tratta appunto di giovani, che nulla sanno dei tempi in cui l’Aids provocava stragi, non sono informati in modo adeguato.  «Il 30% dei sieropositivi non sa di esserlo – prosegue il primario -, spesso arriva in ospedale dieci anni dopo il contagio, quando la situazione è grave e quando potrebbe avere infettato almeno una dozzina di altre persone». La clinica monzese è l’unica in Lombardia a curare questi casi e da anni organizza corsi di informazione e giornate di consapevolezza con la partecipazione anche di personaggi noti. Sabato ad esempio personaggi come Cristina e Benedetta Parodi, Fabio Caressa, Mauro Pistocchi, il sindaco di Bergamo e quello di Monza si cimenteranno in una gara di corsa. E sempre sabato sarà possibile effettuare l’easy test che in trenta minuti ti dice se sei positivo all’Hiv. 

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