Un brutto precedente, questo, che getta una luce oscura sulle reali misure di sicurezza intorno al Duomo di Milano, uno dei massimi obbiettivi sensibili nella lotta al terrorismo. Un episodio inquietante, che aspetta ancora una spiegazione adeguata. E’ successo intorno alla mezzanotte di giovedì 21 scorso. Uno degli ingressi riservati ai fedeli che vanno in Duomo per assistere alla Messa (come si sa ci sono ingressi sperati per i turisti e per i fedeli) durante la serata di mercoledì, dopo cioè la chiusura della cattedrale, risultava ben chiuso come testimoniano gli agenti che sono sempre di guardia agli ingressi. Ma a mezzanotte una pattuglia della polizia che passava da quelle parti, ha notato il portone aperto e immediatamente sono scattati gli allarmi di emergenza con controllo approfondito dell’edifico.



Ancor più inquietante che le telecamere poste sopra l’accesso sono risultate spente. Insomma, c’erano tutti gli estremi per pensare che un presunto terrorista fosse entrato per piazzare un ordigno esplosivo. Così non è stato ma il mistero rimane: chi ha aperto di notte il portone e ha spento le telecamere? Un terrorista poi messo in fuga dal sopraggiungere di qualche passante? Fortunatamente le telecamere esterne erano in funzione e dovrebbe essere possibile capire chi ha aperto l’ingresso. Le ipotesi che si fanno al momento sono due, ma sembrano altamente poco credibili. Una è che a entrare sia stato qualcuno che lavora in Duomo, magari anche un sacerdote, e che poi si sia dimenticato di chiudere il portone. Ma perché spegnere le telecamere? E poi, quale il motivo di entrarvi a quell’ora? L’altra, ancor meno plausibile, di un gesto dimostrativo dei dipendenti della Fabbrica del Duomo che hanno inscenato una sorta di gesto provocatorio di protesta.

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