Il surriscaldamento globale preoccupa e non poco la comunità scientifica e non solo, con numeri e scenari sempre più apocalittici che potrebbero portare al caos assoluto nei prossimi anni. Non parliamo dell’immediato, ma di risvolti negativi entro i 50 o 100 anni che potrebbero vedere città sommerse a causa dell’inarrestabile fusione dei ghiacciai e dell’innalzamento del livello del mare. A ribadirlo, nell’inchiesta pubblicata sul Corriere della Sera, è Milena Gabanelli che ha spiegato quelle che potrebbero essere le conseguenze per l’intera umanità.



Gabanelli infatti spiega: “L’attuale fase di fusione dei ghiacciai è iniziata negli anni ’50, dapprima lentamente e poi con un ritmo sempre più veloce. Fra il 2000 e il 2019, si può stimare una fusione accresciuta del 130%, con una perdita del volume totale dei ghiacciai rilevati del 4%. La maggiore riduzione si è registrata in Alaska (25%), Groenlandia (12%), nelle estremità nord e sud del Canada (10%) e nel territorio dell’Hindu Kush Himalaya (8%)”. Secondo uno studio pubblicato su “Nature Communications Earth and Environment”, in Groenlandia si è raggiunto “il punto di non ritorno” nel quale la neve accumulata non riesce più a compensare la quantità di ghiaccio sciolto e anche se il riscaldamento climatico si riuscisse ad arrestare la calotta glaciale continuerebbe a sciogliersi. Negli ultimi 20 anni lo spessore si è ridotto di circa 50 centimetri all’anno.

Surriscaldamento globale e innalzamento mare, i rischi per Venezia

Nell’inchiesta presentata su Dataroom, tra le pagine del Corriere della Sera, Milena Gabanelli ha spiegato che anche le Alpi stanno soffrendo a causa del surriscaldamento globale, con i ghiacciai presenti che si stanno sciogliendo a una velocità doppia rispetto alla media mondiale col 17% del volume perso negli ultimi 14 anni. Lì, secondo quanto riferito dalla giornalista, le temperature rispetto all’epoca preindustriale sono aumentate di due gradi. Tutto ciò ha avuto un impatto significativo nei fiumi e nei laghi della pianura padana che hanno subito numerosi periodi di secca. “Se consideriamo gli scenari più catastrofici, ovvero in assenza di consistenti misure di adattamento — spiega Daniele Bocchiola, docente di Idrologia e Costruzioni Idrauliche al Politecnico di Milano — ci sarà un forte ritiro dei ghiacciai dalle Alpi entro il 2050. Per allora si troverà ghiaccio solo oltre a quote molto elevate. Verosimilmente oltre i 3mila metri”.

Stando al parere degli esperti, rimanendo così la situazione, entro il 2100 gli oceani subiranno un innalzamento compreso tra i 30 cm e il metro mettendo a rischio metropoli e litorali in tutto il mondo. Si parla di territori in cui oggi vivono circa 115 milioni di persone e le proiezioni dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, sottolineano che entro quella data città come Venezia e Giacarta rischiano seriamente di finire sott’acqua. Ma già entro il 2050, senza provvedimenti drastici contro il pericolo di inondazioni città come New York, Tokyo, Shanghai, Miami, Rotterdam e Città del Capo potrebbero subire danni irreparabili.