Milena Vukotic, attrice ‘imperiosa’ tra cinema, tv e soprattutto teatro

Milena Vukotic è probabilmente tra le attrici più istrioniche del panorama artistico italiano; manifesto della sua carriera imperiosa sono gli innumerevoli ruoli interpretati, tutti magistralmente e con grande empatia. Negli anni l’abbiamo apprezzata al cinema, sul piccolo schermo ma soprattutto al teatro; in questi giorni è infatti impegnata con lo spettacolo “Così è (Se vi pare)” del grande Luigi Pirandello, presso il Teatro La Fenice di Senigallia.



Per l’occasione, Milena Vukotic si è raccontata al portale Centro Pagina dove non poteva non parlare di uno dei suoi personaggi più iconici: la moglie di Fantozzi nella fortunata saga con protagonista Paolo Villaggio. “Se mi sono mai sentita schiacciata da questo ruolo? All’inizio un po’ si, c’è stato un periodo in cui un po’ mi dispiaceva essere rinchiusa in una specie di schema ma con il tempo questa sensazione è svanita; anzi, sono molto grata alla saga di Fantozzi e a Paolo Villaggio”.



Milena Vukotic e il personaggio di ‘Pina Fantozzi’: “Fondamentale per la mia carriera…”

A proposito della gratitudine verso il compianto Paolo Villaggio, Milena Vukotic ha spiegato: “Con lui ho imparato moltissimo e sono felice di aver avuto l’opportunità di interpretare una delle sue maschere. Fin dall’inizio mi disse che per interpretare Pina avrei dovuto mettere da parte le velleità di femminilità e prendere consapevolezza che eravamo dei cartoni animati; questo mi è servito moltissimo nel prosieguo della carriera”.

Sempre a proposito del personaggio di Pinamoglie di Fantozzi nella saga di Paolo VillaggioMilena Vukotic, intervistata da Centro Pagina, ha spiegato: “Oggi posso dire di essermi liberata di Pina Fantozzi sebbene le persone che mi parlano, mi sorridono, mi abbracciano, spesso si riferiscono alla Signora Pina… Ma questo non mi dispiace affatto”. L’attrice ha poi aggiunto: “Paolo mi manca, anche se ormai il sodalizio artistico era terminato ci sentivamo ancora, ci legava un’amicizia sincera e la mia ammirazione nei suoi confronti era rimasta intatta”.