Il decreto Milleproroghe è stato approvato dal consiglio dei ministri, con la formula “salvo intese”. Il testo passato ha subito una serie di modifiche rispetto alla bozza in origine, quella giunta sul tavolo del lavoro, come ricorda l’edizione online di TgCom24. Il Cdm, inoltre, ha dato il suo via libera anche al decreto legge sulle Intercettazioni. Per quanto riguarda le misure approvate, arriva l’ok alla gestione provvisoria da parte di Anas di strade e di autostrade nel caso in cui venissero revocate le concessioni. Come si legge nella bozza del documento: “in caso di revoca, decadenza o risoluzione di concessioni di strade o autostrade, ivi incluse quelle sottoposte a pedaggio, nelle more dello svolgimento delle procedure di gara per l’affidamento a nuovo concessionario, per il tempo strettamente necessario alla sua individuazione, Anas può assumere la gestione delle medesime, nonché svolgere le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria e quelle di investimento finalizzate alla loro riqualificazione o adeguamento”.
MILLEPROROGHE APPROVATO: LA DURA REAZIONE DI AISCAT SULLE CONCESSIONI
Nel testo si legge inoltre che qualora il concessionario fosse inadempiente, provocando lo stop della concessione, allo stesso spetterà un rimborso pari “valore delle opere realizzate al netto degli ammortamenti”, detraendo però “quanto il concessionario è tenuto a pagare per li risarcimento dei danni derivati dal suo inadempimento”. Un punto su cui non è si trovato l’accordo con Italia Viva, il partito di Matteo Renzi, facendo mettere a verbale il proprio dissenso. Congelati anche gli aumenti delle tariffe delle autostrade, con la questione che andrà ridefinita al massimo entro il prossimo mese di giugno. La decisione in merito alle concessioni autostradali ha provocato la dura reazione di Aiscat, l’associazione di categoria, che si dice sconcertata e incredula: “Sembra inficiato da forti dubbi di incostituzionalità – fanno sapere – genera una gravissima lesione dello Stato di diritto in quanto modifica per legge e in modo unilaterale i contratti in essere tra lo Stato e i concessioni autostradali”. Secondo i concessionari, tale provvedimento rischia “di provocare conseguenze estremamente gravi nei confronti di diverse società concessionarie, in particolare di quelle quotate in Borsa”.