Il decreto milleproroghe si è trasformato in una sorta di manovra bis: tra mutui rinegoziati, flessibilità di bilancio per il caro energia e novità per gli enti locali, il decreto è stato convertito ieri in via definitiva alla Camera. Ecco tutte le novità.
Milleproroghe convertito in legge: novità per la flessibilità di bilancio degli enti locali
Sono innumerevoli i correttivi che hanno interessato il decreto legge 198/202 convertito ieri in via definitiva alla Camera: per quanto concerne i mutui, anche e soprattutto in vista delle difficoltà dovute al caro prezzi, gli enti potranno rinegoziare oppure sospendere la quota capitale anche nel corso dell’esercizio provvisorio con l’obbligo di compilare le iscrizioni nel bilancio di previsione.
In caso di adesione ad accordi promossi dall’Associazione bancaria italiana (ABI) e da tutte le associazioni degli enti locali, si potrà andare anche in deroga all’articolo 204 comma 2 del Tuel all’articolo 41 comma 2 e 2 bis e della legge 448/2021, pur avendo comunque l’obbligo di pagare gli interessi, ma senza dare la necessità di nuove garanzie.
Inoltre per quanto concerne la flessibilità di bilancio è stata estesa fino al 2023 la disposizione che consente di coprire la spesa per le utenze di energia elettrica e gas tenuta degli enti pubblici parentesi articolo 142, commi 12 bis, 12 ter e articolo 208 comma 4 del codice della strada.
Quindi tutti gli enti che avranno l’avanzo di bilancio libero e quello svincolato, potranno destinare diversamente i fondi per quanto concerne il pagamento di utenze elettriche.
Milleproroghe convertito in legge: le indennità degli amministratori locali
Per quanto concerne le indennità degli amministratori locali, anche per i comuni che vi hanno rinunciato totalmente o parzialmente, il decreto milleproroghe convertito in legge ha messo in sicurezza i contributi relativi al 2022 e al 2023: quindi il contributo assegnato potrà essere utilizzato per questi scopi da tutti i comuni beneficiari secondo le deliberazioni adottate.
Tutti gli enti locali che non hanno inviato nei termini le certificazioni sull’utilizzo dei fondi covid hanno la possibilità di sanare la posizione entro e non oltre il 15 marzo in modo da evitare le sanzioni.
Inoltre è stato esteso fino alla data del 31 marzo il termine per aderire allo stralcio dei minimi ruoli sotto i 1000 euro con la previsione per gli enti che non abbiano deliberato risanatore previste dalla manovra, la definizione delle dipendenti, la conciliazione agevolata oppure la rinuncia ai ricorsi per Cassazione.