La figlia di Milva, Martina Corgnati, ha parlato stamane con il programma di Rai Uno, Storie Italiane: “Vi ringrazio, sono commossa dall’attenzione, dalla partecipazione, i dolori, i messaggi, migliaia e migliaia che arrivano da tutta Italia, da tutte le sfere e i livelli, i mondi, dal presidente del nostro paese, artisti, colleghi, mie colleghi del mondo cultura e arte, ma anche le persone semplici a cui lei si è sempre rivolta con un occhio di attenzione e di amore”. Sugli ultimi tempi prima della morte: “Per una persona così bella e importante, una donna con una vita straordinaria, è sempre difficile la perdita che è l’invecchiamento in se, per lei è stato forse più doloroso, più drammatico, c’era una malattia neurologica, non era Alzheimer, non ha perso in lucidità, mi ha riconosciuta sempre fino agli ultimi istanti. I limiti erano grandi ma sono stati anni anche spiritosi e di piacere, ed è questo che io voglio ricordare, voglio ricordarla nei momenti di allegri, il sorriso, alcuni piacere come il fumare, è rimasta attaccata alle sue sigarette fino agli ultimissimi giorni”



Sulla poca considerazione a livello italiano: “Sapevo quanto lei ci tenesse essere riconosciuta a Sanremo, non l’aveva mai riconosciuta fino in fondo, tante presenze, ed era giusto che lei avesse quel premio. Per altre cose, la mamma ha avuto riconoscimenti ufficiali in Francia, in Germania, ma anche un ordine di merito della Repubblica italiana. Ricordo che una volta, eravamo in un ristorante a Milano, l’allora presidente Pertini si alzò andò a baciarle la mano e le disse ‘lei è una grande’. Ci dice quanto in fondo ci sia stato un riconoscimento ad un certo livello. Il mondo dello spettacolo l’ha accusata di essere stata troppo snob e raffinata, ma dall’altra troppo popolare, è difficile avere una versatilità quale quella che aveva lei. Questa cosa le è stata fatta pagare, ma Milva resta una figura solo ed esclusivamente italiana, non esiste alcun altro luogo del mondo che poteva produrre lei. Lei è stata popolare nei paesi germanofici perchè era italiana. E’ stata fondamentale nel nostro paese e quello che ha portato nel mondo l’ha potuto portare in quanto italiana”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



“MILVA NON È MORTA PER COVID”/ LA FIGLIA MARTINA CORGNATI “NON AVEVA ALZHEIMER MA…”

Martina Corgnati, figlia di Milva, fa chiarezza sulle cause della morte della madre. «Non è morta per Covid, ma di una malattia neurologica e degenerativa che non era però Alzheimer». Dopo la notizia del decesso si era, infatti, parlato di Alzheimer, invece aveva un’altra malattia, «forse legata alla vita intensa e ricca di impegni e sfide artistiche continue, a una specie di stanchezza antica e profonda». La donna, nata dalla relazione tra Milva e Maurizio Corgnati, ne parla al Corriere della Sera, spiegando che la madre riusciva in qualche modo a comunicare con lei e all’assistente rimasta al suo fianco fino alla fine. «Nonostante i numerosi problemi di varia natura riusciva comunque a capire e a gioire». Martina Corgnati racconta anche gli insegnamenti della madre: la responsabilità, l’etica sul lavoro, il rigore e l’attenzione, ma anche la ricerca dell’eccellenza.



Milva era esigente in primis con se stessa: «Temeva la mediocrità e la superficialità». Aveva anche molte paure, in primis quella di non essere all’altezza del ruolo. Anche per questo viveva con fatica il suo lavoro, oltre che piacere.

“MILVA AMAVA METTERSI ALLA PROVA”

A Milva piaceva anche esplorare mondi musicali lontani. «Le piaceva mettersi alla prova. Le collaborazioni sono spesso partite, e coltivate, da lei». Nell’intervista al Corriere della Sera la figlia, Martina Corgnati, ricorda una cena al ristorante con Battiato: «Una lunga dissertazione di Franco sul filosofo Gurdjieff, di cui era fervido ammiratore. Era l’inizio di una riuscita collaborazione discografica di cui Alexanderplatz fu uno dei risultati». Riguardo Jannacci: «Ci fu sempre amicizia». Riguardo il confronto con Mina, la figlia di Milva individua nella grande vocalità il punto in comune. «Mina è insuperabile qualunque cosa canti; la mia mamma era più… camaleontica». Alla madre piaceva entrare nel personaggio, le veniva spontaneo.

E la musica era anche esplorazione. «Per lei musica era darsi fino in fondo. Aveva molti amici come Enrico Ruggeri. Con il quale duettò a Saremo 2007». Quando le viene chiesto il suo ricordo di figlia, Martina Corgnati conclude: «Quando lavoro penso a lei, alla sua coerenza e alla sua passione. Amare la bellezza, amarla fino in fondo senza riserve».