CASSAZIONE CONFERMA LA CONDANNA PER FALSO MA RIGETTA LA RICHIESTA DI ANNULLARE LE ASSOLUZIONI PER TRUFFA: PENA SOSPESA PER MIMMO LUCANO
L’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano è stato condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione al termine della lunga fase processuale che ha portato l’attuale europarlamentare AVS a non venire accolta la richiesta dei legali (tra cui l’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia) di rigettare anche l’ultima accusa rimasta per falso. 18 mesi di carcere è la sentenza definitiva per Mimmo Lucano, anche se la pena viene subito sospesa in quanto non viene “applicata” per la durata di tempo entro cui il reato viene estinto (di fatto però se in quel lasso di tempo il condannato dovesse commettere lo stesso tipo di reato, in quel caso scatterebbe la pena da scontare interamente).
In attesa delle motivazioni della Cassazione, come sempre entro 90 giorni dalla sentenza, quello che sappiamo è che l’ex sindaco di Riace viene accusato e ritenuto colpevole di falsità materiale e ideologica durante lo svolgimento di pubblico ufficiale, quando era appunto primo cittadino della località in Calabria. Di fatto, Lucano per i giudici ha operato nel falso con una delibera su un contributo ricevuto per l’accoglienza dei migranti: in primo grado era stato condannato a quasi 14 anni di carcere per una sfilza di reati commessi, ben 21, compiuti proprio per aver architettato una «associazione a delinquere» nei progetti di accoglienza a Riace. In appello era però stato assolto praticamente da tutte le accuse, tranne quella per falso, con la condanna scesa a 18 mesi: ora il terzo e ultimo grado di giudizio della Cassazione di fatto conferma la condanna in appello, sospendendo però la pena.
POLEMICHE A SINISTRA, ILARIA SALIS CELEBRA MIMMO LUCANO ANCHE SE CONDANNATO
Sempre la Cassazione ha invece rigettato la richiesta del procuratore generale di Reggio Calabria, dichiarandolo inammissibile: la Procura chiedeva l’annullamento dell’assoluzione per Mimmo Lucano e per gli altri imputati nel processo “Xenia” su Riace, accusati di truffa e peculato. «Non ho mai commesso nessuno dei reati che mi contestavano», commenta l’europarlamentare AVS all’ANSA dopo la condanna per falso, «È stato un teorema studiato ed elaborato proprio per ostacolare una storia di accoglienza unica nel mondo».
I giudici nell’annullare tutte le altre accuse hanno ritenuto credibile il progetto di aiutare gli ultimi e i migranti, anche se non hanno potuto che constatare la delibera ritenuta falsa e per cui alla fine una minima condanna è giunta: secondo Lucano sarebbe stata una macchinazione contro di lui che va oltre Riace, in quanto «Penso alla coincidenza temporale degli accordi tra l’Italia e la Libia che ritengo siano strettamente collegati». Polemiche restano a sinistra dato che la sentenza della Cassazione ha visto esultare un po’ tutti, Mimmo Lucano in primis, quando in realtà una condanna è comunque stata riconosciuta alla fine: collega di partito e di scranno all’Europarlamento, Ilaria Salis, ha salutato la condanna per Lucano spiegando che la vicenda di Riace «non può e non deve mai essere considerata un crimine». Anche se decisamente ridimensionata rispetto alla prima sentenza, un minimo riconoscimento di reato v’è stato.