IL SINDACO DI RIACE CONDANNATO DALLA CORTE DEI CONTI: I MOTIVI E LE CIFRE CONTRO MIMMO LUCANO

Secondo la Corte dei Conti, tra i vari condannati sul sistema “opaco” di gestione dell’immigrazione e degli aiuti della Protezione Civile, vi è anche il sindaco di Riace Mimmo Lucano nonché attuale europarlamentare AVS: nello specifico, la sentenza di accusa contro il paladino dell’accoglienza in Calabria vede la citazione per “irregolarità negli affidamenti per la gestione dei centri d’accoglienza ai migranti”, oltre che la possibile gonfiatura delle cifre sempre legate alla gestione migratoria nel piccolo Comune del Locride.



Sono in tutto 781mila euro i conti da “saldare”, secondo i tribunali contabili, da parte di Mimmo Lucano dopo le verifiche sul Comune da lui amministrato per 4 volte (la quarta in corso dallo scorso giugno 2024, ndr). Assieme a Lucano, l’accusa riguarda anche altri 26 funzionari, soci di cooperativi e amministratori pubblici che tra l’aprile 2011 e il dicembre 2012 hanno gestito i centri di accoglienza migranti in tutta la Calabria. È per questo che la somma reale totale che i vari condannati dalla Corte dei Conti devono versare al Governo italiano – nella “persona giuridica” della Presidenza del Consiglio dei Ministri – è di oltre 4 milioni di euro.

Nello specillo su Mimmo Lucano, condannato lo scorso 2023 in appello ad un anno e sei mesi per l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina (ribaltando la sentenza di primo grado che lo condannava invece a 13 anni di carcere), grava la presenza al vertice del sistema di accoglienza a Riace durante il periodo sotto accusa dalla magistratura. L’accusato principale dei giudici è Salvatore Mazzeo, all’epoca dei fatti dirigente della Protezione Civile in Regione Calabria nominato direttamente da Palazzo Chigi nell’aprile 2011 per i servizi di accoglienza dei migranti. Erano di circa 40 euro a extra comunitario la cifra pattuita per le convenzioni tra regione, Protezione Civile, enti e cooperative, salvo poi vederla aumentata a 46 euro. Il problema, secondo la sentenza della Corte, è che l’accordo sulle cifre (gonfiate) è stato «tacito e illegale tra soggetto attuatore e contraenti, con fini illeciti».

LUCANO ANNUNCIA RICORSO CONTRO SENTENZA: “GETTANO ANCORA FANGO”. LE ACCUSE CONTRO L’EUROPARLAMENTARE AVS

In poche parole, tra Riace e altri soggetti responsabili dell’accoglienza migranti in Calabria, gli accordi di Mazzeo furono effettuati senza gara e senza alcun requisito minimo, eppure avevano ottenuto comunque l’affidamento del servizio di assistenza con annessi compensi ricevuti. Mimmo Lucano in primis ebbe un ruolo centrale, sebbene la Corte dei Conti non abbia trovato alcuna prova di una intesa “truffaldina” tra le parti: semmai, il sindaco della sinistra AVS ha comunque fatto parte di questa condotta illecita in quanto «il paese della Locride era il simbolo dell’accoglienza e dell’integrazione».

Mimmo Lucano non ci sta e annuncia immediato ricorso contro la Corte dei Conti e contro la sentenza che riporta alla luce alcune controversie nella gestione ed accoglienza migranti a Riace dopo le tante udienze già processate. In una breve nota fornita all’ANSA, l’europarlamentare eletto a giugno contemporaneamente in Ue e a Riace, «all’epoca ho contestato le pratiche dello Sprar, perché non avevano i presupposti per un’effettiva integrazione». Il ricorso sarà presentato direttamente in Cassazione (come previsto dalle norme) ma per Lucano riguarda un caso più politico che giuridico: lui, spiega ancora nella nota, si era mosso per abbassare la quota per i migranti (da 46 fino a 30 euro) in quanto ritenuto un sistema “truffaldino per la speculazione”. In sostanza, secondo Mimmo Lucano, l’inchiesta è un modo per «gettare fango» sul sistema Riace, «Nutro perplessità sulla tempistica, ma ho l’orgoglio di avere sacrificato la mia vita per un fatto di giustizia».