Mimmo Lucano “deve poter vedere il padre morente“. Lo ha affermato il Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute, Mauro Palma, in relazione alla vicenda dell’ex sindaco di Riace, impossibilitato a vedere il padre 93enne malato di leucemia a causa del divieto di dimora che lo ha raggiunto nell’ambito dell’inchiesta Xenia. Secondo il Garante, quel divieto di dimora “ha un sapore punitivo che, in qualche, modo non corrisponde al modo in cui i provvedimenti sono stati pensati e istituiti, come il confinamento. Sono preoccupato di questa distorsione”. Palma continua:”Quando alcuni provvedimenti raggiungono dei livelli così forti, tanto da toccare uno dei principi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo nell’ambito del diritto al mantenimento dei rapporti affettivi, acquistano una fisionomia diversa e un significato diverso rispetto a quello che dovrebbero avere”.
“MIMMO LUCANO DEVE POTER VEDERE IL PADRE”
Le parole del Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute a sostegno di Mimmo Lucano non sono le sole arrivate in questi giorni, da quando cioè si è diffusa la notizia che il divieto di dimora impedisce all’ex sindaco di Riace di salutare il padre morente. Oltre a Roberto Saviano, che nelle scorse ore si era unito agli appelli di migliaia di persone comuni che invocavano l’intervento di Sergio Mattarella affinché fosse consentito a Lucano di salutare di tornare a Riace per visitare il padre, c’era stato anche un tweet di Beppe Fiorello, che aveva cinguettato non senza polemica:”Camorristi, mafiosi, politici corrotti, evasori ai domiciliari o la libertà totale e, in alcuni casi addirittura sui banchi del parlamento, #mimmolucano invece non può nemmeno stringere la mano del padre nel momento più duro dell’esistenza umana, l’addio alla vita. Vergogna!”.