Mimmo Lucano può tornare a Riace. Il Tribunale di Locri ha revocato il divieto di dimora che era stato disposto nei confronti dell’ex sindaco, nell’ambito dell’inchiesta Xenia in merito ai presunti illeciti nella gestione dell’accoglienza dei migranti. È stata quindi accolta l’istanza presentata dai difensori di Mimmo Lucano, gli avvocati Antonio Mazzone e Andrea Daqua. Era stato disposto il divieto di dimora a Riace come misura alternativa agli arresti domiciliari a cui Lucano era sottoposto da ottobre dello scorso anno. Per questo l’ex sindaco si era trasferito a Caulonia, un centro limitrofo a Riace, ed era tornato nel suo paese solo per un comizio nell’ambito della campagna per le elezioni comunali, a cui si era candidato come consigliere, senza però risultare poi eletto. L’11 giugno scorso è cominciato presso il Tribunale di Locri il processo in cui Mimmo Lucano è imputato, con altre 26 persone, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e abuso d’ufficio.
MIMMO LUCANO PUÒ TORNARE A RIACE: “ABBRACCERÒ MIO PADRE MALATO”
«Sono felice. Tornerò subito a Riace per rivedere mio padre e casa mia». Così Mimmo Lucano ha commentato la notizia della revoca del divieto di dimora. Queste le prime parole dell’ex sindaco dopo la decisione del Tribunale di Locri di accogliere l’istanza dei difensori dell’ex sindaco. Ora Mimmo Lucano attende la notifica del provvedimento emesso dal Tribunale, ma la notizia riguardante la decisione del collegio gli è stata già comunicata dai suoi difensori. E infatti parla di «soddisfazione ed emozione» in vista del suo ritorno a casa. Lo ha confermato anche ai microfoni di Fanpage: «La prima cosa che farò quando sarò a casa sarà andare da mio padre, oltre ad abbracciare gli immigrati». Nell’ultimo mese erano stati tanti gli appelli per aiutarlo a tornare a Riace per assistere il papà 94enne, affetto da una grave forma di leucemia. «Non potevo rassegnarmi al fatto di essere lontano dal mio paese, visto che non ho fatto nulla di grave. Non ho rancore e non provo vendetta nei confronti di nessuno. La giustizia farà il suo corso».