Questa destra è disumana, la sinistra deve fare di tutto per fermarla. Questo, riassunto, è il pensiero di Mimmo Lucano. L’ex sindaco di Riace, condannato a oltre 13 anni per associazione a delinquere, abuso d’ufficio, truffa, falso e peculato, è intervenuto ai microfoni della Stampa e ha spiegato che il tema delle migrazioni e dell’accoglienza torna nelle campagne elettorali perché “solleva un tema fondamentale, quello dei diritti umani, e impone una domanda: da che parte stai?”.



Nel corso del dialogo con il quotidiano torinese, Mimmo Lucano ha ricordato di essere della sinistra extraparlamentare e che non avrebbe dubbi su chi votare se esistesse ancora Democrazia proletaria. Il pericolo, a suo avviso, è la destra: “Siamo di fronte a una destra pericolosa, che mi dà un’idea della politica della punizione, che ostacola, rifiuta, chiude, rafforza il confine, parla di sicurezza, di armi. Io la penso come Gino Strada, sono contro la guerra. La sicurezza non giustifica la vendita di armi”.



MIMMO LUCANO: “DESTRA DISUMANA”

Mimmo Lucano ha invocato un’unione tra tutti coloro che si oppongono al fascismo e alla deriva della destra. Insomma, Lega-FI-FdI rappresenterebbero questa deriva disumana. E per l’ex sindaco di Riace, a proposito di migranti, bisognerebbe considerare queste persone cittadini, con i diritti e i doveri di chi vive qui, lo ius soli per i bambini, una dimensione umana dei provvedimenti, eliminare le baraccopoli: “Il modello Riace era imperfetto, ma rispettava i diritti umani: ci sono persone in fuga dalla guerra, dalla miseria, che chiedono di abitare le nostre case abbandonate, ma noi destiniamo loro lager, baraccopoli, e i nostri paesi sono in declino”. Secondo Mimmo Lucano, la situazione dell’immigrazione è molto più drammatica di come viene rappresentata. E il rischio è quello di un peggioramento. Poi una battuta sull’arrivo a Lampedusa di Matteo Salvini: “La storia ricomincia. Le dico una cosa banale: come si fa a provare entusiasmo per la politica, se la politica diventa un gesto punitivo nei confronti dei più deboli?”.

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