Una storia da cantare Mina, torna in replica su Rai 1: commento live

Tra grandi ospiti e curiose rivelazioni, prosegue con ‘L’importante è finire’ l’omaggio a Mina su Raiuno. Ad Una Storia da Cantare è la conduttrice Bianca Guaccero ad esprimere profonda ammirazione per l’artista, interpretando appunto il suddetto brano. La spalla di Enrico Ruggeri si prende i riflettori con la sua esibizione, prima di lasciare spazio al collega per la sigla finale. Grande apprezzamento sui social per la puntata dedicata a Mina, soprattutto dai fan di vecchia data. Benché si trattasse di una semplice replica è stato interessante rivivere e riscoprire i brani, il fascino e la storia di una vera e propria icona della musica italiana come Mina. La speranza è che il duo Ruggeri – Guaccero torni presto alla conduzione di questo format, con nuove storie…da cantare. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)



Mietta per Mina

Dopo Marco Masini e Arisa è il momento di Mietta ad Una Storia da Cantare, con una gradevole esibizione sulle note di ‘Io e Te da Soli’. Abbiamo imparato davvero tantissimo, per me è un onore essere qui. Mina ha stravolto le nostre voci, lei è iconica, superlativa e rivoluzionaria, è fantastica”. Tra gli ospiti c’è anche Platinette, fan privilegiato di Mina: “ Avevo fondato suo fan club, Mina ha fatto una scelta di vita. Stanca dei paparazzi e dei giornali, dei titoli, una donna come lei ha privilegiato la famiglia ed è per questo che è rimasta sana”, spiega. “Tra presenza e assenza a volte si brilla di assenza. Ora è ancora più brava di prima, perché evidentemente c’è un amore per la musica”. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)



La scritta ‘Mina’ di Pietro Pelù

L’omaggio di Enrico Ruggeri a Mina è particolarmente sentito. “Mina non la vediamo ma c’è”, dice il conduttore di Una Storia da Cantare. In questa replica dedicata alla cantante, il padrone di casa fa subito emergere la sua ammirazione artistica nei confronti di un simbolo della musica italiana: “E’ un’era in cui siamo molto esposti e c’è molta ostentazione”, dice Ruggeri. “Mina ha fatto una scelta rischiosa: è sparita e lo ha fatto perché se lo poteva permettere. Si è nascosta ed è anche per questo che è diventata un mito”. Tra i primi ospiti a calcare il palco dell’Auditorim, abbiamo Gino Paoli, Tiromancino, Irene Grandi, Le Vibrazioni e Piero Pelù. Quest’ultimo le dedica la scritta “Mina” sul petto. Simpatico siparietto che non ricordavamo di questa puntata. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)



Se Telefonando con Renga, Masini e Ruggeri

Prosegue il viaggio nella musica di Una Storia da Cantare, con la replica della puntata dedicata a Mina. Come ogni sabato sera, da qualche settimana a questa parte, Bianca Guaccero ed Enrico Ruggeri ci accompagnano nella serata omaggio dedicata alla cantante, che ancora oggi – a quarant’anni dal ritiro dalle scene – continua ad appassionare e affascinare milioni di persone. Viene riproposto un filmato d’archivio, poi la grande apertura con l’esibizione di Enrico Ruggeri, Francesco Renga e Marco Masini: il trio omaggia Mina con Se Telefonando. Non è un’interpretazione irresistibile. Probabilmente è questo il motivo per cui non la ricordavamo. “Parleremo di donne e di emozioni al femminile”, introduce Enrico Ruggeri presentando la sua spalla, Bianca Guaccero. (Aggiornamento di Jacopo D’Antuono)

Una Storia da Cantare “con” Mina

Dopo la messa in onda in replica della puntata su Lucio Dalla, Una storia da cantare torna su Rai1 per omaggiare un’altra grande interprete della musica leggera: Mina. Anzi, Mina è l’interprete per eccellenza, la voce di innumerevoli successi anni Sessanta e non solo anni Sessanta, dal momento che alcuni di essi permangono immortali nella memoria di almeno tre generazioni di italiani. In tutto, sono oltre 1.500 i brani che Mina ha cantato nel corso della sua carriera, da Se telefonando a Questione di feeling passando per Amor mio, Città vuota e Mi sei scoppiato dentro il cuore (tanto per citarne alcuni). Questa sera, Enrico Ruggeri e Bianca Guaccero proveranno a ripercorrere la vita artistica della Tigre di Cremona, aiutati da un parterre di ospiti – anche loro cantanti – che li aiuteranno quantomeno con la colonna sonora. Perché – proprio come suggerisce il titolo – questa è una storia non tanto da “raccontare”, quanto piuttosto da “cantare”.

L’ascesa di Mina sul piccolo schermo

Mina, in fondo, non ha bisogno di troppe presentazioni. In tutto il mondo è (ri)conosciuta come una delle artiste musicali più virtuose di sempre, con una tecnica ineccepibile e un talento di natura altrettanto indiscusso. Fu la Rai a scoprirla più di cinquant’anni fa, nella famosa epoca di un boom non soltanto ‘economico’, ma anche ‘culturale’. Con l’avvento del televisore e la sua diffusione in pressoché tutte le case d’Italia, s’iniziò a fruire sempre di più di quel genere d’intrattenimento ‘da salotto’ in cui Mina regnava. La sua comparsa sul piccolo schermo era ogni volta un vero e proprio evento: dalla sua aveva un timbro vocale facilmente riconoscibile – ‘familiare’, oseremmo dire, – un’estensione e una duttilità invidiabili e – soprattutto – un eclettismo che andava ben al di là della mera esibizione canora. Oltre che cantante, infatti, Mina è stata donna di spettacolo a tutto tondo.

Mina e il rapporto con i media

Per “donna di spettacolo” riferito a Mina intendiamo show-woman e intrattenitrice come mai – forse – ce n’erano state prima in Italia. Immancabilmente la sua vita privata divenne oggetto di attenzioni da parte dei media e del pubblico, ma questo avvenne solo in un secondo momento, dopo che Mina, cioè, si era già fatta strada grazie alle sue doti e ai suoi talenti opportunamente coltivati. Di proposito ci soffermiamo solo sulla ‘facciata’, sulla sua esistenza al di qua del sipario: probabilmente, è stato per via dell’intolleranza al morboso interesse per le sue vicende personali, che Mina – nel 1978 – ha deciso di ritirarsi definitivamente dalle scene. Scelta giusta o sbagliata? più coraggiosa o vigliacca? Come si vede, in ogni caso, Mina continua e sempre continuerà a far discutere, se non come artista in attività, quantomeno come fenomeno comunicativo.