Le lettere di minacce indirizzate a parroci e al vescovo in Calabria hanno come scopo quello di “colpire anche la diocesi e l’azione riformatrice portata avanti dal vescovo”. A dirlo è il procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo, che nelle sue parole pronunciate ad Avvenire esprime solidarietà al vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, don Attilio Nostro: “È una persona straordinaria. Gestire una diocesi così complessa come quella di Vibo Valentia per il territorio su cui opera, non è facile, ma ce la sta mettendo tutta, sta bene operando. E quando si opera bene e si intaccano certi interessi poi alla fine questo è il risultato”.



Le minacce sono arrivate a Cessaniti, un paese che sembrava essere “una comunità tranquilla, ma così tranquilla non è. Se si arriva a gesti di questo tipo senza ragioni almeno plausibili, questa è la dimostrazione che è veramente una realtà complessa. È stato attaccato il commissario prefettizio, è stata attaccata una volontaria dell’associazione Crisalide, espressione della società civile, vengono attaccati due sacerdoti. Questo dimostra che c’è qualcosa che evidentemente non va bene a un sistema consolidato. Non sono ragazzate”.



Procuratore Falvo: “Comuni sciolti per mafia, è preoccupante”

Il procuratore spiega ad Avvenire che immaginava, visto quello che sta accadendo, che qualche informazione arrivasse loro “perché è difficile che non si sappia o comunque non si possa ipotizzare qualcosa, in frazioni dove in genere qualcosa si sa. Invece nulla. È preoccupante che in una realtà così piccola non ci sia nessuno che parli”. Le indagini intanto proseguono: “Molte delle inchieste più importanti degli ultimi anni in Calabria si sono concentrate proprio sul Vibonese. Abbiamo svolto un’enorme mole di lavoro che ha dato questi risultati. Ma voglio ricordare anche la grande quantità di Comuni sciolti per mafia e di interdittive antimafia che dimostra che Vibo per troppo tempo è stata trascurata dall’azione dello Stato complessivamente, forze dell’ordine e magistratura”.



Secondo il procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo, “è molto preoccupante il grandissimo numero di Comuni sciolti per mafia, un segnale del forte condizionamento della ‘ndrangheta sulle amministrazioni comunali, come emerso anche per Cessaniti. È il frutto dell’attività che con la Dda abbiamo portato avanti negli ultimi anni. I dati delle operazioni hanno poi consentito alla Prefettura di fare tutta questa attività sulle amministrazioni locali, così come le interdittive che come numero in rapporto alla popolazione sono il doppio rispetto a Reggio Calabria”.

“Non c’è più rispetto verso le istituzioni religiose”

Anche i religiosi, adesso, sono presi di mira dalle minacce: “Prima i preti venivano toccati soltanto quando si schieravano apertamente contro le organizzazioni criminali, i preti antimafia. Adesso accade anche quando diventano scomodi per cose forse più banali. Non c’è più quel rispetto che c’era una volta verso le istituzioni religiose. Questo si percepisce” spiega Falvo. Secondo il procuratore “ci sono realtà in cui fare bene il prete, portare a termine la propria missione, in modo limpido, trasparente, nel rispetto della legalità, è scomodo. Questa è l’amara conclusione e l’esperienza ci sta dicendo questo”.