Sette persone sono state arrestate in Indonesia, accusate di aver minacciato Papa Francesco e di preparare un attentato contro il Pontefice. A sgominare il gruppo è stata l’unità antiterrorismo locale denominata Densus-88, sottolineando che gli arresti sono stati portati a termine nelle città di Bogor e Bekasi, non troppo distanti dalla capitale Giacarta. Dopo i sospetti nei confronti dei sette, le forze dell’ordine sono entrate in azione e durante le perquisizioni è stato trovato del materiale che ha confermato che vi era in corso un piano per un attacco a Papa Francesco, di recente in visita proprio in Indonesia nel corso del suo viaggio in Asia e in Oceania che si concluderà fra una settimana con il ritorno in Vaticano.



In particolare, l’unità Densus-88 ha trovato degli archi con delle frecce, ma anche un drone, ed inoltre è stato rinvenuto del materiale di propaganda dell’Isis, lo Stato Islamico, chiaro indizio di come l’attacco sarebbe di natura religiosa. Secondo quanto emerso, gli inquirenti starebbero ancora indagando ma non è ben chiaro se i sette arrestati si conoscessero tutti fra di loro e facevano parte di un gruppo criminale, o se ognuno stesse agendo singolarmente senza sapere nulla dell’altro.



PAPA FRANCESCO, SETTE PERSONE ARRESTATE: INDONESIA PAESE A PREVALENZA MUSULMANA

Fatto sta che i sospetti nei confronti degli stessi sono stati corroborati dai fatti, a cominciare da minacce postate online, in cui si palesavano dei possibili attentati proprio in occasione della presenza di Papa Francesco in quel di Giacarta. Non va dimenticato che l’Indonesia è la nazione più popolata al mondo con il più alto di fedeli musulmani, circa l’87 per cento secondo i dati del 2010, e numero che potrebbe essere anche ulteriormente cresciuto negli ultimi 14 anni.

Di contro i cattolici sono solo una minoranza, poco meno del 3 per cento, e ciò fa chiaramente capire quanto possa aver dato fastidio la visita del Santo Padre. Nonostante questi arresti e queste minacce, Papa Francesco tira dritto per la sua strada e nel corso dell’incontro con l’imam Nasaruddin Umar, ha fatto sapere di voler rispondere alle minacce con la fratellanza.