Ancora attacchi alla Chiesa vibonese. Dopo le lettere di minacce arrivate ai parroci di Cessaniti, don Felice Palamara e don Francesco Pontoriero, un altro “avvertimento” è stato inviato nei giorni scorsi al vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Attilio Nostro. Proprio il religioso, nel corso della santa messa per il patrono di Vibo Valentia San Leoluca, ha reso note le intimidazioni ricevute. Come affermato davanti ai fedeli, i malviventi hanno lasciato nella cassetta delle lettere della curia vescovile di Mileto un bossolo di pistola.
Monsignor Nostro, dall’altare, ha raccontato: “Anche io sono stato minacciato. Con le mie mani ho raccolto il bossolo che mi è stato inviato per intimorirmi. Gli attacchi che come comunità ecclesiale stiamo subendo in questi giorni sono un’offesa contro Dio e la società civile. In silenzio e con grande dolore stiamo pregando affinché immediatamente si ponga fine a queste azioni criminali che stanno creando tanta disperazione nella nostra Diocesi. Certamente non saranno questi fatti di inaudita criminalità a farci piegare la testa. Al contrario reagiremo con forza pregando per questi fratelli che stanno portando lacrime e disperazione“.
Monsignor Nostro: “Dobbiamo urlare la voglia di una società nuova”
Nel discorso ai fedeli nel giorno del santo patrono di Vibo Valentia, San Leoluca, Monsignor Nostro ha ringraziato le forze dell’ordine per il lavoro che stanno svolgendo per individuare gli autori dei gesti intimidatori. Il vescovo ha poi invitato a “liberarsi in maniera definitiva di tutto ciò che in maniera vigliacca, anonima, criminale, delinquenziale stringe questo territorio in una povertà che non è soltanto economica ma anche culturale. Dobbiamo avere il coraggio di venire allo scoperto e dire il nostro no a tutte le forme di violenza, di mafia e di altre le cose che le somigliano”.
Il vescovo ha lanciato poi un messaggio ai suoi fedeli: “Noi dobbiamo urlare la nostra voglia di una società nuova, migliore e libera da ogni forma, nascosta o evidente, di oppressione o di schiavitù. Noi siamo il popolo più bello del mondo dobbiamo soltanto dimostrarlo”. Le minacce ai due parroci, prima di quelle al vescovo, sono arrivate a Cessaniti, un paese della provincia di Vibo Valentia. Le intimidazioni ai due sacerdoti hanno portato all’apertura di un’inchiesta.