L’ex amante del re di Spagna Juan Carlos I sostiene che alcuni “intrusi” abbiano lasciato in casa sua un libro sul coinvolgimento delle spie nella morte della principessa Diana Spencer nel tentativo di intimidirla e, per questo, ha avviato un’azione legale contro l’ex sovrano. La donna si chiama Corinna zu Sayn-Wittgenstein-Sayn, ha 57 anni e ritiene di essere stata presumibilmente spiata e molestata dall’84enne dopo la fine della loro relazione.



Come riferito dal “Daily Mail”, la diretta interessata ha affermato che nel 2012 degli sconosciuti si sarebbero introdotti nel suo appartamento di Villars, in Svizzera, facendole trovare un libro sul coinvolgimento delle agenzie di intelligence britanniche e statunitensi nella morte di Lady Diana, principessa del Galles. L’episodio, avvenuto pochi anni dopo la fine della relazione di Corinna con Juan Carlos I, avrebbe avuto lo scopo di “minacciarla”, come ha dichiarato nelle scorse ore la Corte d’appello di Londra. Inoltre, la 57enne ha asserito che, subito dopo aver trovato il libro, avrebbe ricevuto una telefonata da una “persona sconosciuta che parlava spagnolo”, la quale le avrebbe detto: “Ci sono molti tunnel tra Monaco e Nizza”. Piuttosto evidente il macabro riferimento al modo in cui Lady D morì a Parigi.



EX AMANTE DI JUAN CARLOS I DI SPAGNA IN TRIBUNALE: CHIEDE UN RISARCIMENTO PER LESIONI PERSONALI E “GRANDE DOLORE MENTALE”

Corinna zu Sayn-Wittgenstein-Sayn ha intrapreso un’azione legale contro Juan Carlos I, che ha governato la Spagna dal 1975 fino alla sua abdicazione nel 2014 (attualmente risiede negli Emirati Arabi Uniti, ndr). Il “Daily Mail” scrive che la donna chiede un risarcimento per lesioni personali e “grande dolore mentale” dopo che Juan Carlos I, che è sposato, l’avrebbe spiata e molestata a partire dal 2012.

Da parte sua, l’ex sovrano del Paese iberico nega di aver commesso qualsiasi illecito e ha avviato un ricorso in appello dopo aver perso la prima battaglia con Corinna presso l’Alta Corte del Regno Unito all’inizio di quest’anno, quando il giudice Matthew Nicklin dichiarò che la richiesta di risarcimento poteva andare avanti.