Dopo le centinaia di minacce telefoniche, e non solo, ai danni del professor Matteo Bassetti di Genova, è giunto finalmente il primo rinvio a giudizio. Stando a quanto si legge sul sito di SkyTg24, un uomo dovrà subire un processo, uno dei tantissimi molestatori seriali che lo scorso autunno aveva subissato di minacce e insulti il direttore di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova.
Nel dettaglio, il suo numero di telefono era stato pubblicato sulla chat di Telegram, finendo quindi online, alla mercé di tutti, e Bassetti aveva raccontato di fatto “live” quanto accaduto in quanto in quegli istanti si trovava ospite di una trasmissione televisiva. Ovviamente soddisfatto lo stesso camice bianco ligure, divenuto notissimo al grande pubblico da quando è scoppiata la pandemia di covid, che attraverso il profilo personale Facebook ha commentato: “Oggi mi sento soddisfatto perché vedo i primi frutti della perseveranza e del lavoro che, in questi mesi, abbiamo fatto con il mio avvocato Rachele De Stefanis”.
MATTEO BASSETTI, RINVIATO A GIUDIZIO UN MOLESTATORE: “SPERATO E DESIDERATO”
“E’ stato notificato un rinvio a giudizio sperato e desiderato – ha continuato Bassetti – tra i tanti che confido arriveranno, per un uomo di Spezia che, per oltre tre mesi, mi ha molestato e minacciato con messaggi e video sul mio personale numero di cellulare. Uno di quei soggetti che si inserì nella campagna diffamatoria e minatoria nel miei confronti lo scorso autunno, quando il mio numero privato venne pubblicato sui principali canali Telegram legati alla frangia no vax”.
Il molestatore è un ultrà dello Spezia calcio, e nei suoi confronti le accuse sono quelle di minacce aggravate e molestie. Stando a quanto emerso a seguito di accurate indagini, fra il mese di settembre e quello di dicembre dell’anno scorso, 2021, l’imputato avrebbe mandato messaggi su WhatsApp e video a Bassetti, fra cui frasi del tipo: “Giù le mani dai bambini.. Sempre se tenete alla vostra vita… Siamo pronti a tutto, occhio”, ma anche “Corrotto”, “Ti aspetto”.