Secondo il professor ed immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata, sarebbe necessario introdurre delle misure che limitino i no vax, tutelando invece il resto della popolazione che si è vaccinata contro il covid. Parlando stamane ai microfoni dell’Adnkronos ha spiegato: “La scelta di misure stringenti solo per i non vaccinati andava in realtà presa ed attuata già diversi mesi fa, come da me pure pubblicamente auspicato nello scorso mese di giugno. E non come mera provocazione, ma come strumento di tutela di chi, essendo tra l’altro grandissima maggioranza di popolo, ha diritto di muoversi e di vivere finalmente, ritornando allo stadio o al cinema o nei locali, certo che chi gli sta seduto accanto è protetto nella stessa misura”.
Quindi Minelli ribadisce la sua posizione: “Tutti sono liberi di manifestare civilmente le proprie idee, ma il diritto urlato di non voler fare il vaccino non può e non deve mettere a rischio la salute della stragrande maggioranza degli altri. Quindi ora dobbiamo tutelare chi è vaccinato con misure stringenti per i no vax“. L’immunologo non ha dubbi in merito alla scelta fra la vaccinazione o meno: “Se io metto su uno dei due piatti della bilancia il rischio di una malattia e sull’altro il rischio teorico di un vaccino, se la bilancia dovesse decisamente pendere in favore della vaccinazione, io medico dovrò comunque seguire quella traccia, perché la legge dei grandi numeri mi imporrà di correre qualche rarissimo rischio connesso alla vaccinazione di una grandissima mole di persone, ma di salvarne un numero enormemente più elevato”.
MINELLI: “SONO DELL’IDEA CHE UN MEDICO…”
Se così non fosse stato in passato, ricorda ancora Minelli, non avremmo mai potuto sconfiggere alcune pandemie come quella della poliomielite o del vaiolo, debellate proprio grazie all’introduzione di un vaccino ad hoc. “Resto sempre dell’idea – ha concluso il professore, invocando una comunicazione chiara e univoca da parte della sua categoria sul tema dei vaccini – che noi medici faremmo bene a continuare a spiegare univocamente, serenamente e con competenza chiara e non autoritaria che per il medico non esiste il concetto del ‘vediamo come va che poi ci regoliamo’, ma la necessità attraverso un aggiornamento costante, competente e circostanziato perché basato sulle evidenze codificate dalla scienza e dei numeri, di fare terra bruciata intorno ad un nemico subdolo, con armi oramai sempre più precise e sicure”.