Si torna a parlare di naja, anche se in questo caso in formato mini. La proposta è stata lanciata dal presidente del Senato Ignazio La Russa: un servizio militare su base volontaria e dalla durata di quaranta giorni. Come riporta Il Tempo, l’esponente di Fratelli d’Italia ha già predisposto un disegno di legge ad hoc, anche se non sarà lui a presentarlo: “Come presidente del Senato non posso. Lo farà un gruppo di senatori”.



Il progetto targato FdI prevede una serie di incentivi, a partire dai crediti per la carriera scolastica e per i concorsi pubblici. Non è prevista alcun tipo di obbligatorietà, ma questo è un primo passo per il ritorno della leva: “Se noi riuscissimo a far sì che i giovani dai 16 ai 25 anni possano, se  vogliono, passare 40 giorni della loro estate a imparare cosa è non solo l’amore per l’Italia, l’amore per la Patria, ma il senso civico, il dovere che ciascuno di noi ha di aiutare gli altri in difficoltà, noi avremmo fatto un enorme servizio all’Italia”.



IPOTESI MINI-NAJA, SI ACCENDE IL DIBATTITO

L’ipotesi di una mini-naja era già stata messa in campo nel 2008, quando La Russa era ministro della Difesa: stage estivi nelle caserme, sempre su base volontaria, rivolti ai giovani tra i 18 e i 25 anni. Una proposta che accese il dibattito all’epoca, esattamente ciò che sta accadendo oggi. L’opposizione è entrata a gamba tesa sul ddl di Fratelli d’Italia, netta la posizione del dem Stefano Graziano: “La Russa ci riprova, ma la sua nuova proposta di portare a 40 giorni la naja volontaria è superata e intrisa, come tutte le proposte della destra di governo, di nostalgia e retorica. Tra l’altro, con un costo che per soli due mesi rappresenterebbe solo uno spreco di risorse. E intanto il suo governo vuole togliere la 18app che tanta adesione aveva ottenuto tra i giovani”. Accuse anche dal M5s, mentre non mancano le posizioni favorevoli dal mondo militare. Il generale Giorgio Battisti ha spiegato ai microfoni dell’Adnkronos: “Rivitalizzare l’iniziativa chiamata ‘mini naja’ non è poi così sconvolgente. Non stiamo parlando di creare dei mostri di guerra, ma di 40 giorni durante i quali i ragazzi e le ragazze, su base volontaria, possono imparare a vivere in gruppo, a rispettarsi, a guardarsi dentro e possono anche imparare le tecniche di base per essere un valido aiuto in caso di calamità naturali”.

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